C’è un modo per capire quanto un allenatore abbia inciso sul calcio italiano: quando non lo citi più solo per i risultati, ma per lo stile. E nella conferenza stampa pre Juventus-Roma, Spalletti ha scelto proprio questa chiave per parlare di Gian Piero Gasperini.
“Mi ha sempre messo curiosità”: rispetto vero
Spalletti parte dal rapporto personale, ma lo trasforma subito in stima professionale: “Lui è uno di quelli che mi hanno sempre messo curiosità. Da quelli come lui c’è da imparare”. È un riconoscimento netto: non una carezza di circostanza, ma l’idea che il lavoro di Gasperini sia diventato materia di studio.
Il “Gasp Brand”: un marchio che è diventato sistema
La frase che resta addosso è quella più forte: “Ormai esiste il Gasp Brand, lo dicono tutti, le squadre giocano come Gasperini”. Per Spalletti non è solo un’etichetta: è un “modello di fabbrica”, un’identità riconoscibile che ha fatto scuola.
E il punto tattico è chiarissimo: “Lui lo faceva già da Crotone, questo uomo contro uomo, ti viene a prendere sotto casa, fregandosene dello spazio che si lascia alle spalle”. Una definizione che racconta la cifra del Gasp: coraggio, rischio calcolato, pressione aggressiva.
L’effetto sugli uomini: “tutti lo seguono”
Poi c’è il lato umano, quello che spesso decide la riuscita di un’idea: “Da Juric e Bocchetti, passando per Modesto… tutti i giocatori che lo hanno avuto lo seguono”. È la chiusura perfetta: non solo un sistema, ma una leadership che convince chi lo vive ogni giorno.
E adesso quel “brand” arriva a misurarsi contro la Juventus, con la Roma che vuole dimostrare che non è solo un’imitazione: è diventata una versione sua.