In uno stadio in fermento, Florent Ghisolfi ha preso la parola prima del fischio d’inizio di Roma-Fiorentina, un match delicato per la corsa europea.
Si è girato a osservare l’imponenza dello stadio, e quasi come a voler sottolineare che quello fosse il vero centro del discorso, ha detto: “L’importante stasera è la partita”. Nonostante le pressioni e le voci su un possibile cambio in panchina, il dirigente ha tenuto il punto: “No, no, no, niente di nuovo. Il proprietario sta cercando sempre di gestire l’organizzazione”, lasciando così cadere ogni riferimento diretto a nuovi nomi o trattative in corso.
Quando ha parlato di Dovbyk, ad esempio, ha scelto parole che sanno di riflessione e responsabilità condivisa: “Con il mister non abbiamo mai nascosto che ci aspettiamo di più come tutti gli altri”. Un messaggio chiaro, che pone attenzione sull’attaccante ma non lo isola. Al contrario, lo protegge: “Crediamo in lui, siamo contenti del suo lavoro e del suo impegno”.
Ghisolfi ha insistito su un principio che sembra guidare molte delle scelte della società: stabilità. “Le parole sono ‘bene’, ma i fatti sono meglio”, ha ribadito. E quei fatti, in questo momento, passano attraverso la fiducia nei propri uomini e la volontà di costruire con coerenza.
Futuro, ma non solo quello
Il nome di Soulé ha riportato la conversazione su uno dei giovani più osservati. Per Ghisolfi, la scelta di tenerlo è un segnale forte: “Crediamo in lui, questa è la ragione per cui l’abbiamo tenuto”. La sua crescita, il lavoro svolto nella prima parte della stagione e il rapporto con l’allenatore attuale sembrano essere gli elementi su cui si punta per ottenere ancora di più. “In questo momento porta alla squadra la sua freschezza e il suo talento”, ha detto.
L’attenzione mediatica si è poi spostata su un altro tema caldo: il prossimo allenatore. A Sky Sport, Ghisolfi è rimasto saldo: “Non sono qua per confermare o no il processo o i nomi”, aggiungendo però qualcosa che vale più di qualsiasi indiscrezione: “Stiamo lavorando e abbiamo le idee chiare. Siamo allineati con il mister e i proprietari al 100%”.
Le domande si sono fatte più dirette, quasi provocatorie, come quando gli è stato chiesto se si trattasse di un nome mai uscito finora. Ma ancora una volta ha scelto di proteggere il percorso con risposte misurate: “Stiamo lavorando sul futuro, ma ora è più importante il presente”.
Sul fronte Svilar, infine, il discorso è diventato ancora più concreto. Il contratto in scadenza nel 2027 non crea ansie, anzi. “Non abbiamo fretta, stiamo parlando e siamo ottimisti. Lui vuole rimanere a Roma e noi costruire il nostro futuro con lui”. Una linea chiara, fondata sulla coerenza finanziaria e sulla volontà condivisa.