Ex Roma vuota il sacco: tutti i retroscena societari su Pellegrini, De Rossi e Mourinho

Parole inattese e di cui l’ambiente romano non è mai venuto a conoscenza su questioni interne allo spogliatoio e alla società.

Melissa Landolina -
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Pellegrini
Pellegrini (foto web)

Durante la trasmissione DoppioPasso Podcast, l’ex direttore del dipartimento Sustainability & Community Relations, Grancesco Pastorella, ha rivelato dettagli inediti sulla Roma, soffermandosi su giocatori, allenatori e scelte societarie. Su Lorenzo Pellegrini, ha spiegato: “Ha giocato spesso da infortunato e non ha avuto un buon supporto comunicativo. Se stava infortunato era perché forzava, eppure correva più di tutti. Lui è romanista come noi e viene insultato ingiustamente. Vederlo andare via sarebbe un peccato”. Poi aggiunge: “Mourinho gli diceva “devi giocare perché Aouar ha una virgola e si sente male“.  Lui mi diceva: “Io gioco stirato e faccio figure di me**a”.

Sul rapporto con José Mourinho, ha aggiunto: “Mourinho è un capo supremo ma anche una persona sensibile, dentro è romano: spavaldo, orgoglioso, ambizioso. Dopo Budapest ha preso decisioni per senso di responsabilità, non per vanità. La Roma non gli ha mai dato supporto societario completo“.

Riguardo a Daniele De Rossi e Souloukou, ha sottolineato: “Lina era professionale e seguiva le direttive, ma le decisioni importanti non sono mai solo sue. La società ha sempre dato il placet“. Sulla gestione dei Friedkin, ha osservato come la parte commerciale abbia spesso avuto la precedenza sulle esigenze dei tifosi: “Ci hanno evitato il tribunale dopo la presidenza Pallotta, ma ragionano a livello commerciale più che sentimentale“.

Sui giovani talenti come Zaniolo, ha affermato: “Un peccato per come si è perso. È un talento puro, ma certi atteggiamenti non sono stati assimilati bene. Il potenziale c’era, la costanza no“. Infine su Nainggolan, ha ricordato: “Quando lo portai a Scuola di tifo mi disse: ‘Non mi far dire cose belle sulla Juve eh’. Era unico, bastava la sua presenza“.