Il passaggio formale era l’ultimo tassello: Daniele De Rossi ha definito la risoluzione del legame contrattuale con la Roma. Un dettaglio che sposta gli equilibri del mercato allenatori: con Marco Baroni in bilico dopo un avvio in apnea, il Torino guarda all’ex capitano giallorosso come profilo forte per un’eventuale svolta. Le indiscrezioni rimbalzano da ore tra rassegne e siti granata: l’idea c’è, l’incastro pure. E adesso la strada è libera, almeno sul piano burocratico.
Scenario Toro
Nelle ultime rassegne si parla apertamente della “ombra” di De Rossi su Baroni: Cairo lo stima da tempo (contatti già prima della scelta Baroni) e l’aria attorno alla panchina granata s’è fatta sottile dopo i risultati recenti. Un profilo come il suo — carisma immediato sullo spogliatoio, identità chiara, comunicazione forte con il pubblico — calzerebbe alla narrativa che il presidente ama quando serve riaccendere l’ambiente. E soprattutto, con il vincolo risolto, non servirebbero trattative complesse con la Roma per liberarlo. Di qui l’accelerazione delle voci: se l’ago della bussola di Cairo decidesse per l’esonero, De Rossi sarebbe in pole.
Calcio moderno
De Rossi ha mostrato a Roma (prima dell’avvicendamento) un’idea moderna: baricentro medio-alto, aggressione diretta sul portatore, linee corte per comprimere il campo e ricerca maniacale della “prima palla pulita” dopo il recupero. Il tutto poggiato su principi semplici da memorizzare e una leadership che pretende intensità e responsabilità. In granata erediterebbe una rosa fisica e verticale, con esterni pronti a correre e centrali strutturati: cornice ideale per alzare i metri di campo e trasformare la fatica in identità. L’orizzonte di Cairo, se davvero scegliesse De Rossi, sarebbe un progetto “a scatto”: ricucire il presente e costruire in fretta una riconoscibilità che oggi il Toro cerca. Il contesto mediatico, intanto, prepara il terreno.