Il tecnico di Ostia e’ stato esonerato e il comunicato e’ arrivato come un fulmine a ciel sereno, questa mattina, attraverso una nota del club: ”decisione nell’interesse della squadra per poter riprendere prontamente il percorso auspicato”.
Ma Daniele questo non se lo aspettava, era ovviamente consapevole dei risultati negativi della Roma in questo avvio di stagione ma i Friedkin hanno agito ancora una volta senza dare segnali. Si parla di alcune divergenze tra società e tecnico con diversi punti in disaccordo nel corso di questi mesi tra cui il modulo, il caso Dybala e quello Zalewski.
Probabilmente aveva ragione Totti, chissà magari proprio De Rossi si era confidato con lui di questi rapporti tesi che però non erano stati resi noti pubblicamente e lo storico capitano giallorosso proprio in supporto e sostegno del suo amico fraterno e’ intervenuto con quelle frasi come per dare un segnale.
Il progetto Roma e’ ambizioso, si parla di stadio, di mercato ma non basta questo se poi c’è una disorganizzazione interna e non si riescono a trovare dei punti in comune per il bene dei risultati.
I Friedkin finora hanno scelto due allenatori dalla personalità forte come Mourinho e lo stesso De Rossi anche se sicuramente con meno esperienza del portoghese e hanno riservato ad entrambi lo stesso trattamento.
Forse davvero sono in cerca di un tecnico aziendalista perchè l’interesse che hanno nei confronti della Roma e’ puramente economico e tralasciano quanta passione ci sia dietro quei sold out che gonfiano le casse degli americani.
Sicuramente De Rossi avrebbe meritato un trattamento diverso ma non soltanto per la dedizione e la professionalita’ con cui ha svolto il suo lavoro in questi mesi ma anche soprattutto per quello che rappresenta e ha rappresentato per questa squadra da 25 anni a questa parte.
E’ mancato tempo e tatto e non basta scrivere due righe in cui si ricorda che la Roma sara’ sempre casa sua perchè lui ma anche noi tifosi meritavamo un finale diverso.
Noi, vogliamo ringraziare ancora una volta Daniele De Rossi per averci dedicato un’altra carriera, non solo quella da calciatore, e scusarci per aver ricevuto in cambio, anche stavolta, troppo poco.
Scusaci, Daniè…
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Quelle parole di Francesco Totti oggi risuonano come una profezia.
Sì, anche Daniele è stato il parafulmine di una società che non ha saputo metterci la faccia. Che si è nascosta dietro all’amore che Roma ha sempre provato per lui, che ha scelto la via del silenzio per poi, con un nota del club, liquidarlo così.
Ma si possono liquidare 25 anni d’amore, di passione con un “arrivederci e grazie”?
Forse Daniele meritava un trattamento diverso, più tempo o semplicemente più tatto.
Perché non è stato e non sarà mai uno dei tanti che passa per Roma.
Roma non è stata mai alla tua altezza: ci hai dedicato più di una carriera e non hai avuto in cambio, nemmeno stavolta, quello che meritavi.
È durata troppo poco Daniè, ma tutto quello che siamo stati non finirà mai.
Roma è casa tua.