Da portiere di ruolo a chi i portieri li deve allenare per mandarli il campo nel migliore dei modi possibile. Quella del numero 1 è una posizione cruciale, fondamentale per una squadra tanto quanto buttare la palla in fondo al sacco. I tifosi della Roma, almeno in tal senso, possono dormire sonni tranquilli: Mile Svilar si sta mostrando all’altezza delle aspettative che si è guadagnato sul campo senza che nessuno gli regalasse nulla. Con De Rossi ha sempre avuto fiducia piena sin da quando DDR lo ha preferito a Rui Patricio, non certo l’ultimo arrivato.
I suoi guantoni oggi, così come quelli del secondo portiere Ryan, sono stati affidati a Simone Farelli, che “lavora” alla Roma ormai da quattro anni. Da portiere a preparatore, un salto compiuto nell’arco di quattro anni a partire dal 2020 quando fu ingaggiato – “inaspettatamente” – inizialmente come terzo portiere alle spalle di Pau Lopez e Mirante. “Avevo sempre cullato il sogno di diventare preparatore“, ha ammesso Farelli in un’intervista rilasciata ai canali ufficiali societari. Detto, fatto.
Intervista al preparatore dei portieri Simone Farelli
La carriera di Simone Farelli si è divisa nel calcio professionistico fino ad arrivare all’esordio in Serie A con il Siena. Alla Roma però è arrivato soltanto a 37 anni: correva l’estate 2020 e a Farelli viene affidata la terza casella degli estremi difensori romanisti per “permettere al giovane Boer di giocare con continuità nel settore giovanile“, racconta. Il suo percorso dura appena una stagione ma il club gli mette davanti la possibilità di continuare in giallorosso, sebbene nello staff e non più da calciatore.
Farelli accetta sebbene “avrebbe potuto continuare a giocare da altre parti perché il fisico glielo consentiva“. Ma la voglia di continuare a lavorare per la Roma “ha prevalso su tutto“: “Ringrazio la proprietà per questa possibilità che mi ha dato“, dichiara. Il distacco dal campo, prosegue, non è stato però traumatico, anzi. “Una volta appesi gli scarpini al chiodo ho messo subito la testa in questo nuovo lavoro. Avevo preso tanti appunti che mi sono tornati utili“. Il preparatore ha iniziato così il suo secondo percorso professionale con la Roma che prosegue a tutt’oggi come membro dello staff di Daniele De Rossi.
Il preparatore dei portieri della Roma parla di Svilar: “Il suo exploit? Vi spiego”
Ovviamente il tema dell’intervista non poteva che essere anche l’attualità in porta della Roma. Che si chiama Svilar (le ultime notizie parlano della volontà della società di rinnovargli il contratto, qui l’approfondimento). “Lui ha avuto il merito di aspettare la sua occasione che poi è arrivata. Ha avuto costanza e perseveranza. Non ha mai smesso di allenarsi un secondo al 100%”, spiega Farelli. Può essere considerato un top in Serie A? Gli chiedono.
Queste le sue parole, parole che chiaramente fanno ben sperare i tifosi:
“Io sono di parte, preferisco non esprimermi, sarei scontato. Vedendolo in allenamento ogni giorno, gli auguro di diventare il numero uno in assoluto. Non solo del nostro campionato. Ha tutti i mezzi per arrivare a livelli altissimi”
Il rapporto con De Rossi: “Ecco cosa vuole il mister dal portiere”
Nel corso dell’intervista Farelli ha parlato anche del rapporto con De Rossi e su ciò che lo stesso DDR chiede ai numero 1. A parte parare ovviamente (si scherza ovviamente). “Quando è arrivato sulla panchina la società gli ha proposto il mio nome, dato che lavoravo nel club già da un po’. Lui si è informato e poi ha dato il suo ok. Mi ha messo subito a mio agio. Sarò per sempre grato a Daniele per la fiducia“, ha detto il preparatore.
E sui compiti che De Rossi affida al portiere Farelli precisa: “Vuole che il numero 1 sia integrato nel contesto squadra, partecipando alla costruzione e toccando tanti palloni ogni partita. Ogni giorno parliamo e ci confrontiamo: vuole sempre la massima attenzione sulla difesa dello spazio in area. Io mi occupo di trasmettere queste indicazioni ai ragazzi“. Il preparatore si sofferma infine su una curiosità: “A De Rossi fornisco anche informazioni sui portieri avversari e sulle palle inattive”.