Roma-Napoli, in panchina va Gritti: lo storico vice di Gasperini alla prima all’Olimpico

Con il Gasp squalificato dopo Cremonese-Roma, tocca al suo braccio destro guidare i giallorossi nel big match. Da bomber “anti-Roma” a talismano in panchina: la storia di Tullio Gritti

Jacopo Mandò -
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Gritti e Gasperini
Tullio Gritti con Gasperini: lo storico vice domenica guiderà la Roma dalla panchina contro il Napoli – Romaforever.it

Gasperini in tribuna, tocca al suo braccio destro

Domenica sera, per Roma-Napoli, il cambio più pesante non sarà nell’undici titolare ma qualche metro più in alto. A causa dell’espulsione rimediata allo Zini contro la Cremonese, il Giudice Sportivo ha fermato per una giornata Gian Piero Gasperini: il tecnico giallorosso seguirà il big match dalla tribuna, rientrando regolarmente nel turno successivo contro il Cagliari.

Al suo posto, sulla panchina dell’Olimpico, si siederà Tullio Gritti, il vice di sempre. Un volto che il grande pubblico conosce poco rispetto al Gasp, ma che dentro lo spogliatoio pesa tantissimo: è lui il primo riferimento in campo e in settimana quando il mister non c’è, l’uomo che traduce idee, ritmi e correzioni dal capo allenatore al gruppo.

E non è soltanto una presenza simbolica: i numeri raccontano che, nelle volte in cui ha sostituito Gasperini in panchina tra Genoa e Atalanta, le sue squadre hanno portato a casa punti nell’82% dei casi, con 23 vittorie in 35 partite. Un vero e proprio “talismano” di risultati.

Vent’anni con il Gasp: da Genoa a Roma, senza mai separarsi

Il legame tra Gasperini e Gritti nasce a metà anni 2000. Nel Genoa di Preziosi, mentre il tecnico di Grugliasco iniziava a costruire la sua identità di gioco, Gritti si occupava inizialmente dei fuori rosa. Poi è arrivata la proposta: entrare stabilmente nello staff come collaboratore tecnico. Da lì in avanti, il binomio non si è più sciolto.

Genoa, Palermo, ancora Genoa, nove anni d’Atalanta e ora la Roma: ovunque sia andato Gasperini, Gritti ha rappresentato la costante. Dal 2013, in particolare, il suo ruolo è quello di vice allenatore “ufficiale”, con responsabilità sempre crescenti nella gestione quotidiana, nella preparazione delle partite e nella lettura dei momenti dalla panchina.

È stato al fianco del Gasp anche nella stagione della storica Europa League vinta con l’Atalanta contro il Bayer Leverkusen, altro tassello che racconta il suo peso silenzioso dietro a un progetto tecnico diventato un modello in Europa.

Alla Roma si è inserito con lo stesso stile: poche parole davanti alle telecamere, tanta presenza sul campo, soprattutto nella cura dei movimenti offensivi e nell’equilibrio della squadra nelle due fasi.

Da bomber “anti-Roma” a guida giallorossa

Prima di sedersi in panchina, Gritti è stato un centravanti vero. Classe 1958, nativo del milanese, ha costruito la propria carriera tra Serie A e Serie B con maglie importanti: Arezzo, Brescia, Torino, Hellas Verona, con oltre 150 gol tra i professionisti.

Con la Roma, da giocatore, gli incroci non sono stati banali. Ai tempi del Torino, a fine anni ’80, riuscì a segnare due volte ai giallorossi nella stessa stagione, all’andata e al ritorno. In una di quelle sfide, all’Olimpico, il suo gol arrivò in un’azione in cui entrò in contatto duro con Tancredi: la palla finì comunque in rete e il Toro chiuse imbattuto il doppio confronto con la Roma, che in quel campionato di Liedholm arrivò terza.

Con l’Hellas Verona, nel 1990, un altro incrocio rimasto nella memoria: la famosa Roma-Verona 5-2 allo stadio Flaminio, partita in cui Bruno Conti segnò la sua ultima rete in giallorosso. Quel giorno Gritti uscì dal campo con una sconfitta pesante e cinque gol subiti, ma gli restò impressa la forza della tifoseria romanista e il calore del Flaminio, ricordo che ha raccontato lui stesso nei canali ufficiali del club.

Domenica, il cerchio si chiude in modo quasi cinematografico: l’ex bomber che segnava alla Roma guiderà proprio la Roma dalla panchina nel suo primo vero big match all’Olimpico da “primo allenatore”.

Il talismano Gritti per la prima grande prova della Roma

Roma-Napoli è già di per sé una partita dal peso specifico enorme: capolista contro terza, con l’Olimpico pieno e un pezzo di corsa Scudetto in gioco. Farlo senza Gasperini in panchina aggiunge una complessità in più, ma la presenza di Gritti riduce la sensazione di vuoto.

Chi conosce i due racconta di un rapporto quasi simbiotico: il Gasp è il frontman, Gritti è l’uomo che completa il quadro, quello che gestisce la quotidianità, che parla con chi gioca meno, che legge le partite al suo fianco e non ha paura di alzarsi per cambiare qualcosa. Non a caso, nelle rare volte in cui ha dovuto sostituirlo, le sue squadre hanno ottenuto un’enorme percentuale di risultati positivi, al punto da fargli guadagnare l’etichetta di “portafortuna”.

Domenica, per la prima volta da quando è a Trigoria, quella responsabilità sarà tutta sua: guida tecnica sul campo, gestione dei momenti caldi, scelta dei cambi e dei tempi. Con Gasperini collegato dalla tribuna e una Roma che si affida anche alla sua esperienza per non perdere un millimetro proprio nel momento clou della stagione.