Petrachi: “Gasp è stato vicino alla Roma 5 anni fa, sarebbe stato perfetto”

L’ex direttore sportivo giallorosso Gianluca Petrachi è stato protagonista di un lungo intervento su Rete Sport

Jacopo Pagliara -
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Gianluca Petrachi
Gianluca Petrachi (RomaForever.it)

Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo della Roma nella stagione 2019/2020,  è tornato a parlare della sua esperienza nella Capitale in un’intervista esclusiva a Rete Sport. Nel corso dell’intervento, Petrachi ha condiviso numerosi retroscena sul suo periodo in giallorosso: dal mancato approdo di Gian Piero Gasperini sulla panchina romanista circa cinque anni fa, al dispiacere per un confronto mai avuto con l’allora presidente James Pallotta.

L’ex dirigente ha inoltre espresso grande stima per Lorenzo Pellegrini e ha commentato con ammirazione il lavoro svolto oggi da Gasperini, sottolineando la sua visione calcistica e la capacità di valorizzare al massimo le potenzialità dei giocatori. Queste le sue parole.

Le dichiarazioni di Gianluca Petrachi

Riflettendo sull’importanza del legame tra direttore sportivo e allenatore, Gianluca Petrachi ha sottolineato quanto sia fondamentale creare un rapporto di fiducia e collaborazione: secondo lui, il confronto costante è la chiave per costruire una squadra coerente con la visione tecnica e societaria. “Parlando della mia esperienza – ha spiegato – ho sempre avuto un contatto diretto con gli allenatori: deve essere così. In accordo con la proprietà, il direttore sportivo sceglie un tecnico e insieme si costruisce una sinergia. Io osservo i calciatori, faccio una scrematura con i miei scout e poi propongo i profili all’allenatore: lì serve condivisione. Se segui un giocatore totalmente distante dalle caratteristiche che servono al mister, hai già sbagliato in partenza”.

Tornando invece al passato, Petrachi ha ricordato anche l’occasione in cui Gian Piero Gasperini fu vicino a sedere sulla panchina della Roma. “Sì, con Gian Piero ci incontrammo, parlammo a lungo di calciatori, di visione e filosofia calcistica, e ci trovammo in sintonia su tutto. Era un periodo in cui il mister poteva lasciare Bergamo, era motivato e intrigato dall’idea di venire alla Roma, ma mi disse che prima doveva confrontarsi con la proprietà dell’Atalanta. Ha sempre avuto un legame forte con Antonio Percassi, e alla fine fu convinto a restare. Fu un peccato, perché col senno di poi sarebbe stato l’uomo perfetto per quella Roma. Non mi sorprende affatto il suo rendimento oggi nella Capitale: Gasp è un top manager”.

Gian Piero Gasperini
Gian Piero Gasperini (RomaForever.it)

Parlando poi del suo lavoro da direttore sportivo nella stagione 2019-2020, Petrachi ha ricordato con orgoglio la squadra costruita in quell’estate. Sono fiero di quella Roma – ha affermato – che chiuse con 70 punti, nessuno ha fatto meglio da allora. Era una squadra totalmente ricostruita dopo un anno difficile. Se ho un rimpianto, è non aver preso un aereo per Boston per chiarire di persona con Pallotta. Ci furono incomprensioni dovute anche alla distanza e alla lingua: io non parlavo bene inglese, lui non parlava italiano. Forse, incontrandoci, ci saremmo capiti meglio. Io sono istintivo, dico quello che penso: è nel mio carattere. Peccato, ma fa parte della vita”.

James Pallotta
James Pallotta (RomaForever.it)

Analizzando invece la Roma attuale, Petrachi ha espresso grande ammirazione per il lavoro di Gasperini. È la squadra che gioca più in verticale di tutto il campionato – ha osservato – con un continuo interscambio di ruoli. Vedere Mancini fare assist o sovrapposizioni, giocatori che passano dalla difesa all’attacco e viceversa, è impressionante. Gasp sta facendo un lavoro straordinario. Forse manca solo un attaccante di livello: con una punta importante, la Roma può restare stabilmente nelle zone alte. Gasperini ha portato una cultura del lavoro incredibile dentro Trigoria, non guarda in faccia a nessuno”.

Infine, parlando di Lorenzo Pellegrini, Petrachi ha espresso affetto e fiducia verso il capitano giallorosso. Me lo auguro, che resti – ha detto – perché Lorenzo è un ragazzo perbene, eccezionale umanamente, un vero romanista e un centrocampista moderno. Tiene tantissimo alla maglia e ha grande personalità. So quanto conti all’interno dello spogliatoio: con i nuovi è sempre stato un punto di riferimento, fa capire a tutti cosa significhi vestire il giallorosso. Merita di continuare ancora con la Roma”.