Koné-Francia, altra chiamata: Deschamps stravede e “batte” Khephren Thuram

Il ct lo considera ormai imprescindibile: senza Rabiot, Manu sale ancora di grado nei piani dei Bleus

Jacopo Mandò -
Tempo di lettura: 2 minuti
Manu Konè
Koné convocato dalla Francia: Deschamps lo preferisce a K. Thuram – Romaforever.it

Stringere i denti oggi a Ibrox e poi con l’Udinese, poi la sosta. Per la Roma sarà tempo di ricaricare, ma non per Manu Koné: il classe 2001 figura di nuovo nella lista di Didier Deschamps per le sfide della Francia del 13 novembre con l’Ucraina e del 16 con l’Azerbaigian. Una conferma pesante: in mezzo al campo, nelle gerarchie del CT, Manu ha ormai scalato posizioni fino a superare anche Khephren Thuram – complice l’assenza di Rabiot – ritagliandosi un ruolo sempre più centrale nei piani dei Bleus.

Perché Deschamps non rinuncia a Manu

Koné offre tutto ciò che Deschamps cerca da un centrocampista moderno: intensità, ordine e verticalità. È uno di quei giocatori che danno equilibrio alla squadra senza mai togliere ritmo al gioco. Aggredisce, recupera, riparte. Sulle prime uscite palla al piede resta pulito, e nella transizione offensiva è già pronto a verticalizzare. Nel sistema francese, dove serve un mediano “elastico” accanto a uno più creativo, il romanista è diventato una certezza: con o senza Rabiot, Deschamps sa di poter contare su di lui.

Il duello con Khephren Thuram: cosa ha pesato

Thuram è più portatore, più spettacolare nella conduzione lunga. Koné, invece, è essenziale: preferisce il passaggio rapido alla corsa, il movimento giusto al momento giusto. In un contesto come quello della Francia, dove la compattezza e il pressing sono fondamentali, il suo stile pragmatico convince di più. A fare la differenza sono anche la continuità e la condizione fisica: mentre Thuram e Rabiot rincorrono la forma, Manu c’è sempre. E quando Deschamps sceglie chi mettere al centro del campo, la sua affidabilità pesa come un gol.

Cosa significa per la Roma di Gasperini

Per Trigoria la convocazione è un segnale doppio: da un lato la consacrazione internazionale di un giocatore cresciuto in fretta, dall’altro la necessità di gestire le energie. Koné è diventato la spina dorsale della Roma di Gasperini, il riferimento su cui costruire sia il pressing alto sia la prima impostazione. Lavorare per mantenerlo brillante, dopo i minuti in Nazionale, sarà cruciale. Perché oggi la Roma gioca anche al ritmo di Manu.