Il Genoa ha sciolto ogni dubbio: Daniele De Rossi è il nuovo allenatore. L’ufficialità arriva direttamente dai canali social rossoblù, con un pacchetto di foto e clip pensato per lasciare il segno. Su tutte, un video che si apre con 30 secondi di cori della Nord e si chiude col primo piano di De Rossi: firma il frame “in stile tennistico” e saluta con un «Daje Zena». In didascalia, la strizzata d’occhio: «Tutte le strade portano a Zena», chiaro gioco con Roma, la città di cui DDR è simbolo.
📍Tutte le strade portano a Zena 🏴 pic.twitter.com/n3MQpXqOFS
— Genoa CFC (@GenoaCFC) November 6, 2025
L’annuncio: regia social, identità e messaggi
Il format non è casuale: il club mette al centro tifosi, appartenenza e linguaggio diretto. Cori, sguardo in camera, slogan: tre colpi per abbracciare la piazza e per allineare, già da subito, linguaggio e aspettative. Il «Daje» romano cucito su “Zena” è un ponte semantico: il passato non si cancella, ma si mette al servizio del presente.
La tifoseria si divide in tre correnti
Sui social il dibattito è immediato.
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Scettici: ricordano il passaggio a Ferrara e l’esonero alla SPAL, temono un profilo “troppo romanista” per guidare il Grifone.
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Attendisti: non esultano né fischiano, aspettano il campo prima di giudicare.
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Entusiasti: apprezzano l’uomo prima ancora del tecnico. C’è chi cita le conferenze stampa “singolari e uniche” e chi valorizza il lavoro alla Roma: poco tempo, sì, ma idee chiare e principi riconoscibili.
La sfida: campo, identità, tempi stretti
La prima partita arriverà in fretta, e con essa le prime risposte. De Rossi porta in dote carisma, frontalità e un’idea propositiva: pressione alta quando possibile, linee corte, responsabilità del pallone. La chiave, come sempre per un subentro, starà nel tempo di assorbimento e nella scelta dei riferimenti tecnici su cui costruire: leadership interne, catene laterali, e transizioni pulite per dare respiro a un gruppo che ha bisogno di equilibrio prima ancora che di estetica.
“Daje Zena”, traduzione: lavoro
L’augurio della Nord e lo sguardo dritto in camera dicono il resto: poche sceneggiature, molto lavoro. L’identità la darà il campo; la narrazione, da oggi, è tutta genovese.