Lezione dura: USA troppo organizzati
È finita con un 3-0 secco per gli Stati Uniti la corsa dell’Italia Under 20 ai Mondiali in Cile. Una partita scomoda, spigolosa fin dall’inizio, che ha messo a nudo un tema semplice: quando trovi un avversario preparato, organizzato e feroce nel non farti giocare, ogni dettaglio pesa doppio. Gli azzurrini hanno faticato a risalire il campo, a consolidare il possesso e a difendere l’area nelle transizioni. Prestazione sotto ritmo, risultato pesante, forse esagerato. Ma, per definizione, i tornei giovanili sono tanto una vetrina quanto una scuola: chi vince va avanti, chi perde cresce.
Focus Roma: Cama e Mannini, segnali per domani
Dentro questa lezione c’è anche un pezzo di Roma. Mattia Mannini (oggi in prestito alla Juve Stabia) e Cristian Cama hanno vissuto l’ottavo di finale da pedine importanti del percorso azzurro. In particolare Cama ha confermato l’impressione maturata in tutto il Mondiale: può essere un’idea credibile per la fascia sinistra del futuro. Gioca con entrambi i piedi, ha pulizia tecnica nel primo controllo, gamba per coprire corsia e profondità, e quella calma rara che gli permette di scegliere la giocata giusta anche sotto pressione. È un profilo moderno: può alzarsi come esterno “a tutta” o abbassarsi per costruire, cambiando lato palla con naturalezza.
La sconfitta pesa, certo. Ma l’orizzonte resta aperto. Cama è già punto fermo della Roma Primavera e queste notti internazionali, dure e formative, aggiungono strati al suo bagaglio. Per Mannini vale lo stesso: minuti veri, contesto vero, sbagli e correzioni. A Trigoria la parola chiave è pazienza: far sedimentare l’esperienza, trasformarla in crescita e — quando sarà il momento — farla diventare Roma.