
La frase pronunciata da Gasperini dopo Roma Torino ha di fatto chiuso la porta (per ora) ad Artem Dovbyk. “Non ho pensato di farlo entrare“, parole che chiaramente hanno assunto un peso ancora maggiore considerando che i giallorossi avevano uno svantaggio da recuperare. E invece, anziché l’ex Girona, sono entrati in campo altri giocatori. Se allora per rimontare un gol un tecnico sceglie di non buttare nella mischia un attaccante – che di mestiere fa proprio quello – significa che il rapporto è davvero ai minimi termini.
Paradosso Dovbyk: lo scorso anno 17 gol con la Roma
Il caso di Dovbyk è in effetti davvero paradossale. Lo scorso anno, pur non brillando mai sotto il punto di vista di partecipazione alla manovra (Ranieri più volte lo aveva ripreso su questo), sotto porta l’ucraino aveva risposto spesso presente: 12 gol in campionato – miglior marcatore giallorosso in Serie A – e altri 5 suddivisi tra Coppa Italia e Europa League. Totale 17 gol.
La Roma può davvero rinunciare a Dovbyk?
Ebbene, fa quindi riflettere il fatto che il miglior realizzatore della passata stagione di colpo sia finito fuori dalle rotazioni della squadra. Una squadra che, per inciso, fa enorme fatica a buttare dentro la palla come evidenziano gli appena due centri in tre partite. E’ chiaro: nel momento in cui Gasperini parla di atteggiamento in allenamento non c’è nulla da obiettare. Evidentemente è questa, per il momento, la soluzione migliore per tutti (anche considerando gli equilibri con il resto del gruppo). Tuttavia a nostro avviso, in qualche modo, bisognerà pur cercare di recuperare questo ragazzo: questa Roma infatti ha bisogno di gol, e in attesa di Ferguson, un aiuto va cercato fra tutti. Dovbyk compreso.