Il frame che ha fatto discutere, la lettura che prova a chiuderla. Nella nuova puntata di Open VAR, Gianluca Rocchi ha analizzato il rigore concesso alla Roma a San Siro per il tocco di Fofana: secondo il designatore la scelta di non ammonire (sarebbe stato secondo giallo) è corretta, perché il gesto non è stato deliberato. Promossi anche i passaggi di Guida nell’azione complessiva: prima un giallo su un fallo fuori area, poi il penalty per il tocco di mano.
L’episodio, oltre lo screenshot
Rigore per la Roma, Maignan tra i pali, palla che rimbalza sul braccio di Fofana: la sensazione live accende il dibattito, la moviola evidenzia che manca la volontarietà. Per Rocchi, in assenza di gesto voluto o innaturale che aumenti il volume del corpo, la sanzione tecnica (il rigore) basta e avanza. Il “secondo giallo automatico” non esiste: dipende dal comportamento del difendente.
La chiave regolamentare (SPA, DOGSO e mano)
Il quadro è semplice:
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Mano deliberata che interrompe un’azione promettente (SPA) → ammonizione;
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Mano deliberata che nega un’evidente opportunità di rete (DOGSO) → rosso diretto;
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Mano non deliberata → solo rigore (nessun provvedimento disciplinare).
La valutazione di Guida — condivisa dal designatore — colloca il contatto di Fofana nel terzo caso.
Cosa resta alla Roma (e a chi la arbitra)
Tradotto: i giallorossi hanno ottenuto la massima sanzione tecnica possibile; sul piano disciplinare, senza volontarietà non c’è campo per il cartellino. Messaggio ai calciatori: braccia “pulite” in area, perché il confine tra naturale e innaturale è sottile e decide le partite. Messaggio all’ambiente: la coerenza applicativa su questi episodi — parola di Rocchi — è la rotta indicata per le prossime settimane.