Garcia tra Roma e Lille: “Io vincerò comunque” e un assist a Gasperini sul modello Gervinho

Il c.t. del Belgio alla Gazzetta tra amarcord e presente: nessun rimpianto per l’era giallorossa, elogio a Pellegrini, cautela su Dybala, Ferguson e Dovbyk. E una chiave tattica: servirebbe lo “strappo” alla Gervinho.

Jacopo Mandò -
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Rudi Garcia
Rudi Garcia intervistato: l’ex allenatore della Roma analizza Roma–Lille, elogia Pellegrini e indica alla Roma di Gasperini lo “strappo” alla Gervinho – Romaforever.it

Rudi Garcia torna a incrociare le sue due case calcistiche. Da una parte il Lille che lo consacrò con uno storico double, dall’altra la Roma delle dieci vittorie iniziali e degli 85 punti. Alla vigilia di Roma–Lille, il c.t. del Belgio sceglie il tono confidenziale: «A Roma sono innamorato della gente, a Lille è come tornare a casa». Una carezza al passato, uno sguardo al presente giallorosso e una lettura tattica che farà discutere.

“Nessun rimpianto”, il romanzo giallorosso

Garcia rivendica la sua Roma come squadra “fortissima”, capace di contendere lo scudetto a un avversario ancora più forte e di chiudere due volte seconda. L’istantanea è nitida: i leader Totti, De Rossi, De Sanctis, Benatia, Castán, poi la stagione successiva decisa anche dagli infortuni, Salah e Džeko su tutti. «Da Roma sono uscito allenatore più esperto e uomo migliore». Oggi, osservando la squadra di Gasperini, vede una base solida: difesa ermetica, potenziale ancora da sprigionare. Dybala è “speciale” ma troppo spesso fuori, Ferguson e Dovbyk «non hanno ancora la miglior forma». La nota più felice è per Pellegrini, “il mio Pellegrini”, che con il gol nel derby gli ha strappato un sorriso grande.

La chiave per Gasp e l’identikit del Lille

Quando evoca Gervinho, Garcia indica un’esigenza più che un nome: lo strappo in campo aperto che “spacca” le difese, allungando le marcature a uomo del 3-4-2-1. «Sulemana mi ha ricordato quel tipo di giocatore», dice, suggerendo che un profilo simile aiuterebbe anche questa Roma. Sul Lille, il francese è chiaro: squadra meno profonda rispetto a un anno fa per le partenze di David e Zhegrova, ma organizzata e capace di “stare in campo”. Un avviso per la Roma. Poi un passaggio sui grandi centravanti longevi: Džekointelligente”, Girouduna forza della natura” capace di salti “da neve sui capelli”. Infine i portieri: Svilar «fortissimo» ma zavorrato da quella mezza gara con la Serbia in chiave Belgio, mentre lui «è coperto» da Courtois.