Roma, senti Koné: «Devo tanto a questi colori». Obiettivo chiaro: Top 4 e vincere l’Europa League

Il centrocampista giallorosso si confessa: dalla frattura a 15 anni alla serenità prima delle gare, la fedeltà alla Roma, l’energia di Gasperini e la fame di trofei.

Jacopo Mandò -
Tempo di lettura: 2 minuti
Manu Konè contro il Verona
Manu Koné in maglia Roma: perno del centrocampo di Gasperini, tra corsa e qualità, con nel mirino Champions ed Europa League – Romaforever.it

Manu Koné parla come gioca: senza fronzoli, dritto al punto. La sua intervista è un piccolo manifesto di resilienza e ambizione, in cui il dolore diventa benzina e la pressione un rumore di fondo. «Siamo tutti figli della nostra storia», dice. E la sua inizia con una tibia fratturata a 15 anni, una famiglia in ansia, compagni che vanno in nazionale mentre lui fatica a camminare. Da lì, il carattere si fa corazza. Oggi, con la Roma in alto, Koné non si esalta: fissa l’orizzonte sulla Champions e su un’Europa League da provare a vincere, vivendo ogni partita come una gioia da meritarsi.

Dalla ferita alla forza

La cicatrice è memoria e motore. «Quella frattura mi ha reso più forte», confessa. Il momento peggiore non è stato fisico, ma emotivo: vedere i suoi cari soffrire. Ne è uscito con una costante che lo racconta più di mille aggettivi: «Ho sempre avuto un carattere forte». È anche per questo che prima del fischio d’inizio non si stressa: la gara, per lui, è la parte più felice del mestiere. Eppure l’esigenza non cala mai. «Non sono mai davvero soddisfatto». Manca il gol, ammette, ma non la consapevolezza: arriverà, quando il lavoro di chi sta in mezzo — pressing, corse, duelli — lascerà un briciolo di lucidità negli ultimi metri.

Gasperini, la scelta Roma e l’ambizione

Nel suo lessico c’è un verbo che ritorna: ricambiare. «La Roma è l’unico club che ha creduto in me un’estate fa». Anche quando sirene importanti hanno suonato, ha tenuto la barra: dialogo leale con chi lo allena, dedizione totale finché veste il giallorosso. Con Massara il cerchio si chiude idealmente, dopo quel primo contatto ai tempi del Milan; oggi la storia si scrive a Trigoria. Di Gasperini lo colpiscono intensità e partecipazione: «Non ho mai visto nessuno vivere la partita così». È il carburante identitario di un gruppo che difende in undici e riparte con idee chiare. Gli obiettivi non stanno nascosti tra le righe: arrivare tra le prime quattro e alzare l’Europa League. Nel frattempo, tra una treccia colorata e un’esultanza “di bandiera”, resta il ragazzo che vuole lasciare un segno. Tra dieci anni si chiederà solo questo: «Mi sono divertito?». Se la risposta sarà sì, la sua storia in giallorosso avrà già il sapore giusto.