C’è un vento diverso che soffia sull’Olimpico. Non è il Maestrale, non è lo Scirocco. È un vento che sa di bandiere spiegate, di tamburi che battono come un cuore collettivo, di una città che, dopo tanto tempo, si guarda allo specchio e finalmente si riconosce.
La Roma ha vinto il derby, ha messo in tasca la prima in Europa League, e ora guarda tutti dall’alto insieme a Milan e Napoli. Non è solo un primato aritmetico: è un sentire, un’atmosfera che da tempo non si respirava. È l’idea che, forse, davvero questa squadra possa vivere una stagione diversa, più vicina al sogno che alla sopravvivenza.
Il coro che diventa storia
Nel pre partita, durante il riscaldamento, è tornata a vibrare una voce antica. “Roma Gol!”, la hit di Pato Moure incisa quando Falcao era il Principe e Mandolesi la penna. Le note hanno riempito le gradinate, e la Curva Sud l’ha trasformata in preghiera. Migliaia di voci, una sola voce. Una canzone che era ricordo si è fatta presente, promessa di futuro.
Gasperini e la città che sogna
Gasperini, che in campo ha portato disciplina e coraggio, sta creando un’identità. Non è la Roma perfetta, ma è la Roma che lotta, che si aggrappa al rumore del suo popolo, che trova energia dove altri vedono solo fatica. La Sud canta, la Roma vince, e l’aria giallorossa diventa magia.
Oggi non è soltanto una classifica: è un respiro nuovo, collettivo, che attraversa la città. Roma ha di nuovo la sua voce.