Perotti: “A Roma gli anni più belli, Gasp mi ha cambiato la carriera”

L’ex attaccante giallorosso ha parlato di Roma, del suo passato in giallorosso e di Gian Piero Gasperini

Jacopo Pagliara -
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Diego Perotti
Diego Perotti (X -@NicoSchira)

Diego Perotti è tornato a parlare della sua amata Roma e lo ha fatto durante un’intervista rilasciata in esclusiva per La Gazzetta dello Sport. L’attaccante argentino ha espresso fiducia in Gian Piero Gasperini, definendolo l’allenatore che gli ha cambiato la carriera. Nel corso dell’intervista El Monito ha poi parlato della sua Roma e del suo talento nel calciare i rigori. Queste sono state le sue parole.

Le dichiarazioni di Diego Perotti

Diego, partiamo proprio da Gasperini. L’allenatore della sua vita nella squadra della sua vita…

Gasperini mi ha cambiato la carriera. Arrivavo da Siviglia, ero demotivato e vivevo con la paura di farmi male di nuovo. In più, non capivo la lingua. Lui, invece, mi ha fatto rinascere. Ricordo due cose su tutte: l’intensità che pretendeva e la sensazione, quando entravamo in campo, di poter fare almeno 2 gol a tutti. Sarà così anche a Roma, vedrete“.

Che squadra si aspetta?

“Una Roma offensiva, con carattere e organizzazione. Farà grandi cose. Spero solo che l’ambiente gli dia fiducia. A Bergamo ha fatto nove anni straordinari, gli dovrebbero fare una statua. Dategli fiducia e sarà così anche alla Roma”.

Ricordi della “sua” Roma?

In giallorosso ho vissuto gli anni più belli della mia carriera. Eravamo una squadra pazzesca. C’erano giocatori fantastici: Salah, Dzeko, Nainggolan, De Rossi, Rudiger e tanti altri. Oggi una rosa del genere lotterebbe per il titolo. In più, eravamo allenati da un genio come Spalletti. E non ho nominato Totti… Lui faceva un altro sport”.

Diego Perotti
Diego Perotti (X -@OfficialASRoma)

Il più forte con cui ha giocato?

“Assolutamente sì. Metto lui e Riquelme nel mio Olimpo personale. Francesco tirava in porta come nessuno al mondo. E poi i lanci, i tocchi di prima, i colpi di tacco. Era magia pura“.

In Italia la ricordano ancora in tanti per il suo modo di calciare i rigori. Era lei il top nel tirarli?

“Sì, questa medaglia me la prendo. Nei rigori ero il migliore in Italia. E non ne trovo uno più bravo di me neanche in Europa. Li tiravo in un modo speciale”.

Poi un tasto dolente, gli infortuni. Quanto l’hanno segnata?

Gli infortuni sono stati un tormento. In carriera ne ho subiti 39 tra strappi, fastidi muscolari e chi più ne ha più ne metta. Mai gravi, ma continui. Senza chissà che carriera sarebbe stata…”.

La rivedremo all’Olimpico a vedere la Roma? Magari per fare un saluto a Gasperini..

“Sì, molto volentieri. Vivo ancora qui con la famiglia, sarà un piacere vedere la Roma giocare. Vedremo una squadra che lotta fino all’ultimo centimetro e… speriamo che possa anche vincere presto”.