Ranieri commuove sui suoi giocatori: “Io come un padre. Avevano bisogno di una scialuppa…”

Il tecnico giallorosso si è lasciato andare ad un’intervista molto intima rispetto al suo rapporto con la squadra che sta facendo un cammino impressionante.

Melissa Landolina -
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Claudio Ranieri: le parole subito dopo Inter Roma – (RomaForever.it)

Claudio Ranieri, nel post partita di Roma-Fiorentina, ha parlato senza filtri, e le sue parole hanno svelato il lato più umano e viscerale del suo lavoro.

Nel descrivere gli avversari, l’allenatore non ha risparmiato elogi: “La Fiorentina è una signora squadra, mi ha impressionato nel vederla. Sono stati veramente bravi”. Un riconoscimento che non suona mai formale quando viene da chi, come lui, ha visto tante partite trasformarsi in battaglie. Ma ciò che ha fatto davvero la differenza è stata la reazione della sua squadra, capace di stare in piedi anche sotto pressione. “Noi belli, decisi, determinati. Abbiamo sofferto, ma mai mollato”, ha aggiunto con la fierezza di chi ha visto il carattere dei suoi ragazzi emergere nei momenti più duri.

Tra le note più interessanti, Ranieri ha parlato del contributo di Matías Soulé, soffermandosi su un’intuizione che ha cambiato volto alla squadra. “Soulé è disponibilissimo, ha sofferto quando non giocava. Ora gli ho dato fiducia ed è l’uomo in più: salta l’uomo e mette palloni in mezzo”, ha spiegato. Poi ha svelato il momento in cui ha intuito la svolta: “Contro il Napoli aiutava Celik quando non riusciva a saltare Neres, e da lì mi è venuta l’idea”. Non si tratta solo di qualità tecniche, ma della capacità di leggere un dettaglio e trasformarlo in chiave tattica vincente.

Nel suo racconto, Ranieri ha messo in luce anche la dinamica più profonda e meno visibile del suo lavoro: il rapporto con i giocatori. “L’allenatore da solo non può far nulla. Ho avuto la fortuna di prendere questa squadra quando avevano bisogno di una scialuppa. Io gli ho parlato con il cuore in mano e loro mi hanno ascoltato come un padre”. Non è solo una frase commovente. È il ritratto di una leadership costruita sulla fiducia, sull’empatia, sull’autenticità. Un modo di guidare che non si insegna nei corsi ma che si costruisce negli spogliatoi, negli occhi, nella coerenza tra le parole e le azioni.

Il tecnico ha poi riflettuto sul calcio stesso, su quella meravigliosa imperfezione che lo rende sempre aperto a interpretazioni diverse: “Il calcio è bello perché ci sono più idee, e alcuni allenatori la pensano in maniera diversa”, ha detto con tono sereno. E ha aggiunto un concetto fondamentale per ogni guida tecnica: “Devi sapere cosa ti possono dare i tuoi giocatori e come mettere in difficoltà gli avversari”. Non esiste un’unica verità, solo la capacità di cogliere il momento giusto.

Alla fine, si è soffermato su quanto accaduto nei minuti finali: “Abbiamo dato qualche chance a Kean ma poi abbiamo difeso molto bene”. Parole che lasciano trasparire l’equilibrio tra rischio e coraggio, tra apertura e disciplina per una Roma che sta facendo un cammino incredibile.