De Rossi cosa può fare dopo l’esonero? Dove e quando può tornare ad allenare

Facciamo chiarezza sulla questione ‘esonero’: DDR quanto dovrà attendere per tornare in panchina e a chi spetterà la decisione finale?

Melissa Landolina -
Tempo di lettura: 3 minuti
De Rossi esonero
Daniele De Rossi (ansa foto)

Daniele De Rossi è stato esonerato il 18 settembre scorso dopo tre pareggi con Cagliari, Juventus e Genoa e una sconfitta in casa contro l’Empoli.

I Friedkin lo hanno sollevato dall’incarico in seguito alla rete subita al 96′ di De Winter che ha portato il grifone sull’1-1 condannando le sorti del tecnico romano.

In realtà l’esonero è arrivato di mercoledì mattina e non subito dopo la partita, nel giro di poche ore è stato annunciato il nuovo allenatore Juric che nel pomeriggio ha svolto la seduta di allenamento.

Il malcontento generale non si è placato nei giorni successivi, scatenando polemiche e proteste che si sono perpetuate nel tempo sia fuori Trigoria che allo Stadio Olimpico con uno sciopero del tifo da parte della Curva Sud e una contestazione nei confronti delle scelte della società che in molti sospettano non siano dovute ai risultati, piuttosto a delle frizioni tra DDR e il CEO Lina Souloukou che dopo il caos generatosi ha dato le dimissioni.

Tuttavia i Friedkin per mettere a tacere le dicerie hanno annunciato con una nota del club che la decisione è stata presa per il bene del club e per far sì che la Roma potesse tornare subito a vincere.

La domenica successiva i giallorossi hanno battuto l’allora capolista Udinese con un sonoro 3-0 ma poi la situazione è tornata ad essere altalenante: è arrivata un’altra vittoria contro il Venezia ma frutto di una prestazione opaca e poi un pareggio con l’Elfsborg in Europa League e uno con il Monza.

Questo ha messo in allerta Ivan Juric che nonostante sia stato attualmente rassicurato dalla dirigenza, potrebbe essere messo anche lui in discussione. Addirittura si prospetta un ritorno di De Rossi in panchina dopo Inter e Fiorentina.

Ma quali sono tutti gli scenari possibili in seguito all’esonero di De Rossi? Può rifiutare? Quando potrà tornare a sedere su un altra panchina della Serie A? Ora vi spieghiamo tutto…

DDR può tornare subito sulla panchina della Roma: a chi spetta la decisione

 

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L‘esonero di un allenatore consiste nel sollevamento dal proprio incarico e non in un licenziamento, infatti l’allenatore esonerato continua ad essere un dipendente della società a tutti gli effetti e continua a percepire lo stesso stipendio pattuito al momento della stipula del contratto.

Dunque, l’esonero non prevede la risoluzione del contratto e può avvenire nel caso in cui la dirigenza risulti insoddisfatta dell’operato del proprio tecnico in fatto di risultati e prestazioni, tuttavia deve continuare a stipendiarlo, l’allenatore non deve più proseguire con la sua prestazione ma non può svolgere altre mansioni presso un’altra squadra e inoltre la società può richiamarlo quando vuole per farlo tornare ad allenare.

L’allenatore deve accettare a meno che non si dimetta e la società a quel punto non deve più retribuirlo.

Diversa è la risoluzione del contratto attraverso cui la società interrompe ogni tipo di rapporto lavorativo con il suo dipendente ma questa non può avvenire per via di risultati sportivi negativi o per cattivi rapporti con dirigenza, squadra o tifoseria ma solamente se è inadempiente, infatti l’allenatore si impegna ad assolvere diligentemente l’impegno preso ma non a raggiungere determinati obiettivi.

La risoluzione contrattuale può avvenire sia da una parte che dall’altra o anche in maniera consensuale e solitamente quando accade ciò, la società liquida l’allenatore con una buonuscita.

Il licenziamento per giusta causa da parte della società, dunque, può arrivare per gravi inadempimenti da parte del dipendente: ad esempio non si presenta mai agli allenamenti oppure prende accordi con un’altra squadra mentre il contratto è ancora in essere.

L’allenatore esonerato può restare alle dipendenze della società ed essere adibito ad altre mansioni purché queste siano equivalenti a quelle per cui è stato assunto, altrimenti la società dovrà risarcirgli il danno.

Dunque, Daniele De Rossi ha un contratto di tre anni con la società giallorossa: se verrà richiamato dai Friedkin sarà costretto ad accettare a meno che non rassegni le dimissioni che comporterebbero la cessazione immediata del contratto e quindi l’interruzione dello stipendio.

Nel caso in cui DDR dovesse ricevere un’offerta da un’altra società prima della scadenza del suo contratto con la Roma e volesse accettarla, potrà proporre un accordo di risoluzione del contratto consensuale e se la Roma sarà d’accordo gli verrà riconosciuta una buonuscita cioè una somma di denaro che compensi in parte lo stipendio che avrebbe dovuto ricevere.