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Spalletti se ne va: troppe tensioni e silenzi. È spremuto, starà fermo un anno

Il presidente De Laurentiis voleva sostituirlo dopo il ko di Empoli. E da quel giorno tutto è cambiato
Lunedì 22 maggio 2023
Nemmeno un potenziale re è riuscito a metterli d'accordo nel cerchio di centrocampo. Perché un'ora prima della gara, quando il Maradona non era ancora pieno e la pioggia diventava più insistente, Aurelio De Laurentiis e Luciano Spalletti si sono ritrovati vicini per ricevere una medaglia d'oro di benemerenza dal principe Carlo di Borbone. Il tecnico ha cercato di chiudere rapidamente la mini-cerimonia, creando qualche problema pure per lo scatto della foro ricordo.

Concentrazione sulla partita, come prima cosa, ma anche nessuna voglia di stare accanto alla persona che lo allontana definitivamente dal Napoli e da Napoli. Una città che ama profondamente anche se spesso ha vissuto come un monaco in questi mesi, all'interno del centro sportivo di Castel Volturno, non proprio un posto pieno di comodità. Spalletti ha detto basta e aspettava che ad annunciarlo fosse il presidente, per trovare un modo di stringersi la mano e lasciarsi senza strascichi. Ma a giudicare dalle ultime frecciate a distanza, al momento la separazione non appare consensuale.

ALI E STIVALI — Venerdì De Laurentiis aveva sottolineato di non voler "tarpare le ali" a nessuno. Spalletti ha risposto che non sapeva di cosa parlasse "a me bastano solo un paio di stivali". Come dire: se pensi di volermi bloccare per il contratto io me ne vado a fare il contadino nella mia tenuta. Non che Spalletti non abbia voglia di stare sul campo e lavorare ("Sono pronto a ripartire a mille") ma se le condizioni sono queste lui le accetta e e ne va pur di avere libertà di scelte.

CONSEGUENZE DELL'AMORE — È il titolo di uno dei primi, riuscitissimi film di Paolo Sorrentino. E le conseguenze dell'amore - di Spalletti per Napoli - sono quelle che hanno convinto il tecnico a dire stop. A ritenere di non poter continuare in questa situazione, non sapendo se fosse in grado di poter dare il massimo per questa città, questi colori. E così prima di calcoli economici o opportunistici ecco la decisione ponderata a lungo, ma alla fine presa con l'istinto di chi vuol decidere la propria vita senza farsi troppo condizionare dagli eventi.

INSOSTENIBILE — È diventato insostenibile il rapporto fra i due maggiori protagonisti, presidente e allenatore. Incomprensioni e divergenze di due caratteri forti, che sono riusciti a convivere e vincere insieme uno scudetto favoloso. Un risultato indelebile per il calcio moderno e spettacolare plasmato dal tecnico con una squadra nuova. Un gruppo che a inizio stagione non era inserito fra le favorita e che avrebbero dovuto lottare per strappare un posto in Champions: un destino che ha rivoltato sulle proprie avversarie. Già ad aprile di un anno fa i rapporti fra De Laurentiis e Spalletti erano tesi assai. Non solo perché il presidente punzecchiava Luciano che gli rispondeva per le rime, ma soprattutto perché il numero uno del Napoli aveva anche contattato dei tecnici convinto addirittura di poter cambiare guida in corsa dopo la sconfitta di Empoli, pur di non mettere a rischio la qualificazione in Champions, indispensabile per portare avanti poi la rivoluzione estiva. Poi la squadra vinse tutte le partite, le divergenze - già profonde - furono messe da parte, senza mai un chiarimento. Questo ha lasciato covare il fuoco sotto le ceneri, esploso in questa primavera proprio nel momento in cui la squadra raggiungeva un grande traguardo storico, dopo 33 anni di astinenza.

VEDRETE CHE... — Chi raccoglieva sfoghi e arrabbiature dei protagonisti però restava convinto che alla fine i due sarebbero riusciti a trovare una quadra. Se hanno vinto uno scudetto litigando, vedrete che alla fine un accordo lo troveranno. Invece niente. De Laurentiis pensava che la mossa dell'opzione per blindare il tecnico fosse un modo per dimostrargli stima e voglia di volere andare avanti insieme. L'altro invece l'ha vissuta come l'ennesima prevaricazione, un modo per tenerlo lì come un impiegato qualsiasi. De Laurentiis coi suoi tecnici è arrivato più volte alla rottura proprio per questioni di visibilità. Quando un tecnico diventa troppo amato e stimato, forse questo è il momento di cambiarlo. È capitato soprattutto con Sarri e questa situazione, almeno da un punto di vista contrattuale - e non solo - ci somiglia molto. Julio Velasco, allenatore nella pallavolo, ma anche dirigente di Lazio e Inter alla fine del Novecento, ha sempre sostenuto nelle sue lezioni ai manager anche d'industria che "l'errore che fanno molte società sportive è quello di non ritenere l'allenatore alla stregua di un dirigente, senza coinvolgerlo nel progetto che deve realizzare in campo". Ecco forse è stato quello che è mancato nel rapporto fra i due. Comunque anche senza grandi sintonie è arrivato uno scudetto. E allora menomale che questi due non abbiano rotto un anno fa: oggi Napoli non sarebbe d'azzurro vestita.
di Maurizio Nicita
Fonte: Gazzetta dello Sport
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