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Sentenza Coni sulla Juve: tornano i 15 punti in attesa di una nuova valutazione

l Collegio di Garanzia dello Sport ha rimesso la decisione alla Corte d'Appello Federale che, con una composizione diversa rispetto a quella che ha deciso la maxi penalizzazione, rideterminerà la sanzione
Giovedì 20 aprile 2023
Tutto da rifare. L'affaire Juve-Plusvalenze fa un passo indietro e ritorna nella casella già occupata della Corte federale d'Appello. Il Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni restituisce i 15 punti al club bianconero che scala la classifica fino al terzo posto a due lunghezze dalla Lazio, in pienissima zona Champions. Ma la partita è tutt'altro che finita, ora sarà proprio l'organo di secondo grado della giustizia calcistica, con una composizione diversa rispetto a quella che ha deciso la maxi penalizzazione, a rideterminare la sanzione sulla base delle osservazioni dell'ultimo grado di legittimità, riempiendo quella "carenza di motivazioni" in cui in sede di udienza aveva parlato anche il procuratore generale Ugo Taucer, soprattutto rispetto al famoso articolo 4, quello sulla mancata lealtà, il cuore della condanna. In linea puramente teorica è possibile che la Corte confermi persino i 15 punti, con realismo si può dire che si andrà incontro a una riduzione, il problema è ora di capire come quantificarla. Fra le tante cose sentite in questi giorni, anche la possibilità che torni al livello di quanto chiesto inizialmente dalla procura federale: i 9 punti che poi i giudici d'appello hanno portato a 15. Il dispositivo dice che la Procura "rinvia alla Corte Federale di Appello perché, in diversa composizione, rinnovi la sua valutazione, in particolare, in ordine alla determinazione dell'apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della società Juventus F.C. S.p.A.".

CHE TRAFFICO — La vicenda rischia di allungarsi. Da oggi il Collegio di Garanzia per lo Sport ha 30 giorni per pubblicare le motivazioni, è probabile che ai giudici delle Sezioni Unite possa servire anche un tempo inferiore, ma comunque si possono ipotizzare almeno 2-3 settimane. Solo allora la Corte d'Appello potrà fissare la nuova udienza, che potrebbe essere comunque nuovamente impugnata per "violazioni di diritto" mangiandosi inevitabilmente altro spazio di calendario e portando l'epilogo molto vicino, se non addirittura oltre, la frontiera della fine della stagione agonistica, che cade il 30 giugno. Un bel rompicapo, anche perché la questione tempi si intreccia anche con quella che riguarda l'afflittività. Una sanzione, per essere tale, deve incidere, cioè togliere qualcosa al club che viene punito. Non a caso, il procuratore Chinè aveva chiesto nell'ultimo processo d'appello che la penalizzazione dovesse portare la Juve dietro la Roma, allora quarta, togliendole la Champions. In caso di penalizzazione, il discorso resterebbe in tavola. Ma se il percorso primo-secondo-ultimo grado si concludesse dopo il 30 giugno a quel punto la pena potrebbe essere scontata nella prossima stagione.

LA STORIA PARALLELA — Tutto questo gioco di variabili incrocia anche l'altro possibile processo sportivo, quello su stipendi e rapporti illeciti con gli agenti. Per ora siamo alla chiusura indagini, il 27 aprile scadrà il tempo per la consegna delle memorie difensive della Juve e dei suoi dirigenti ed ex dirigenti potenziali incolpati. Poi il procuratore dovrà valutare la situazione e scegliere fra archiviazione e rinvio a giudizio. Le due vicende potrebbero dunque muoversi parallelamente condizionandosi in qualche modo a vicenda. Insomma, una storia che proprio non vuole finire.

COSÌ I DIRIGENTI — Restano confermate le condanne per Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene, mentre anche le posizioni di Vellano, Nedved, Garimberti, Grazioli-Venier, Hughes, Marilungo e Roncaglio tornano alla Corte d'Appello. Proprio la condanna in via definitiva dei quattro dirigenti - l'ex presidente Andrea Agnelli (due anni di inibizione confermata) , Fabio Paratici (30 mesi) Federico Cherubini (16 mesi) e Maurizio Arrivabene (24 mesi) - costituisce però una premessa pesante per il nuovo processo per il club bianconero. Si tratta dei dirigenti con il potere di firma (sicuramente Agnelli) e quindi la rideterminazione della pena passerà per il fatto che comunque è stata riconosciuta la colpevolezza degli uomini che dirigevano il club.
di Valerio Piccioni
Fonte: Gazzetta dello Sport
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