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Conte: c'è anche la Roma tra le ipotesi. Ma i Friedkin aspettano Mourinho

Dopo l'addio anticipato con il Tottenham è possibile un anno sabbatico, ma in Italia gli scenari in casa delle big potrebbero aprire a possibilità sorprendenti
Lunedì 27 marzo 2023
Antonio Conte, da ieri nell'elenco degli allenatori senza contratto, rischia di essere uno scomodo fantasma con il quale, in questo finale di stagione, dovranno convivere diversi sui colleghi. Soprattutto della Serie A. La risoluzione del contratto con il Tottenham, che sarebbe scaduto il 30 giugno e che non sarebbe stato comunque rinnovato per volere del tecnico di Lecce, ha alimentato le voci che lo vogliono nel 2023-24 sulla panchina di una delle formazioni del nostro campionato. I club che possono permettersi Conte sono due, forse tre, ma per rivederlo in A si devono incastrare diversi pezzi di un puzzle complicato. Per giunta non va esclusa la possibilità che, come successo dopo l'addio al Chelsea, Antonio si prenda un anno sabbatico. Per stare con la famiglia e dimenticare mesi terribili nei quali ha sofferto per la scomparsa degli amici Ventrone, Mihajlovic e Vialli.

RICHIAMO JUVE — Da quando Andrea Agnelli si è dimesso da presidente della Juventus, le chance di rivedere Conte alla guida dei bianconeri sono aumentate. Tra l'ex numero uno della Continassa e l'allenatore pugliese era già stata consumata la pace dopo la turbolenta rottura nel luglio 2014 e le offese reciproche in uno Juventus-Inter di Coppa Italia nel febbraio 2021, ma pensare di vederli di nuovo lavorare insieme ogni giorno... Quanto avrebbero potuto durare? Con la nuova dirigenza alla guida della Signora, la strada per Antonio è sicuramente più in discesa qualora John Elkann e il presidente Ferrero decidessero di interrompere il contratto con Massimiliano Allegri. Un'ipotesi quest'ultima che ora sembra molto meno probabile rispetto a qualche settimana fa: perché Max ha risollevato la squadra, ha gestito il periodo complicato dei tanti infortuni e quello psicologicamente duro della penalizzazione, ha fatto 56 punti sul campo ed è in corsa per la qualificazione alla prossima Champions e per la vittoria sia dell'Europa League sia della Coppa Italia. Insomma, la sua panchina adesso è piuttosto salda. Più che il contratto, in scadenza nel 2025 (ha uno stipendio a 7 milioni più bonus a stagione), il suo "scudo" è la stima che la proprietà e l'attuale dirigenza hanno nei suoi confronti: Max viene considerato un punto di riferimento per l' esperienza e la bravura nel gestire i momenti di tempesta che magari ci saranno anche in futuro visto che la battaglia con la giustizia ordinaria, sportiva e la Uefa è appena iniziata. È chiaro che un tracollo negli ultimi due mesi di questo 2022-23 potrebbe far cambiare lo scenario e spalancare le porte della Continassa al ritorno del figlio prodigo Conte, ma in questo momento, complici i risultati che sta ottenendo, Max... lo tiene a distanza di sicurezza.

RIDIMENSIONAMENTO INTER — Meno salda rispetto a quella di Allegri è la panchina di Simone Inzaghi. Senza un exploit in Champions League, dove i nerazzurri affronteranno ai quarti il Benfica, il destino del tecnico di Piacenza sembra segnato: non gli basterà l'ingresso tra le prime quattro in Serie A, e la conseguente qualificazione alla prossima Champions, per evitare l'esonero. Complici le 9 sconfitte in 27 giornate di campionato, tutto porta a pensare che a giugno le strade dell'Inter e del tecnico piacentino si separeranno con un anno d'anticipo sulla scadenza del contratto (giugno 2024). Attenzione però alla bravura di Simone in Europa (group stage passato tre volte su tre in carriera) e nelle competizioni "corte" (in Coppa Italia ha la semifinale con la Juventus): con un grande finale di stagione Inzaghi può scrivere un epilogo diverso della storia e allontanare i fantasmi dei suoi successori. Su tutti quello di De Zerbi, il preferito di Marotta, Ausilio e Baccin, quello di Thiago Motta, l'ex ammirato per la crescita avuta in questi anni, ma anche quelli di Simeone e di Conte. Antonio si è lasciato male con il mondo nerazzurro: non credeva più nel progetto di Suning, ha rifiutato di restare complice il ridimensionamento economico, ha intascato la buonuscita di 14,3 milioni lordi (lui e il suo staff) e ha salutato. Resterà nei libri di storia come colui che ha riportato alla Pinetina uno scudetto che mancava da 11 anni, ma il rapporto con la dirigenza era stato sbriciolato nel 2019-20 dalle sue esternazioni al vetriolo. Il summit di villa Bellini, dopo la sconfitta nella finale di Europa League, è servito per firmare l'armistizio, non la pace, e la stagione 2020-21 è trascorsa senza tsunami solo perché tutti avevano capito che poteva essere quella giusta per cucirsi di nuovo il tricolore sulla maglia. Lasciando per un attimo da parte Marotta, Ausilio e Baccin, è davvero possibile che Zhang riassuma Conte dopo la sfiducia incassata nella primavera 2021? Ma soprattutto, Conte accetterebbe di lavorare in un'Inter che ha ancora grandi ambizioni, ma non più la capacità di investire dell'estate 2019, quando gli furono acquistati Lukaku, Barella, Sensi, Lazaro e (a gennaio 2020) Eriksen?

LA ROMA E LE ALTRE — Un'altra società che potrebbe informarsi su stipendio e richieste tecniche di Conte è la Roma. I Friedkin sperano che Mourinho resti anche la prossima stagione; idem i tifosi giallorossi. Lo Special One, però, prenderà una decisione solo quando il pallone avrà smesso di rotolare e avrà parlato con la dirigenza. E' vero che la Roma stima parecchio De Zerbi e il suo bel calcio, ma sotto il profilo dell'appeal e della bravura nel vincere i campionati (sottolineiamolo di nuovo, i campionati: nelle coppe europee tra i due non c'è confronto) Conte è forse l'unico che potrebbe raccogliere l'eredità dell'uomo di Setubal. Dopo aver convinto Mou, i Friedkin hanno già dimostrato di saper trasformare l'impossibile in... possibile. Concederanno il bis? L'altra sponda di Milan, quella rossonera, non confermerà Pioli solo se uscirà dalle prime quattro in Serie A e sarà eliminato dal Napoli ai quarti. Il Diavolo può pensare a Conte? Mai dire mai, ma non sembra il profilo adatto all'idea di calcio di Red Bird. E all'estero? Il Bayern ha già cambiato tecnico, il Real Madrid, se Ancelotti andrà alla guida della Selecao, pare avere altre idee; idem il Psg ha Zidane in pole. La situazione comunque resta fluida in molte delle grandi piazze e Conte è destinato a trasformarsi in un fantasma che agiterà i sonni di diversi colleghi.
di Andrea Ramazzotti
Fonte: Gazzetta dello Sport
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