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Sarri contro Mourinho, il silenzio dei nemici

Gli allenatori tacciono, ma entrambi hanno parlato chiaro dopo il giovedì europeo: il tecnico della Lazio per mandare messaggi alla proprietà, il romanista per mettere pressione agli avversari
Domenica 19 marzo 2023
C'è Lazio-Roma, eppure il rumore del silenzio di Sarri e Mou è più assordante del rumore dei nemici Sarri e Mou. L'ossimoro s'impone discettando della muta vigilia di uno fra i più importanti derby degli ultimi anni. In palio non c'è soltanto la supremazia stracittadina. No, chi vince fa tre passi pesanti verso la qualificazione alla prossima Champions League, andando ben oltre il Grande Raccordo Anulare, per citare la superficiale definizione di quelli che non conoscono e non capiscono il valore e il significato della sfida capitolina. La vigilia della Lazio è taciturna come il suo allenatore, forse perché, giovedì notte ad Alkmaar, egli ha parlato dalla A alla Z. Il riferimento non è soltanto agli olandesi che con pieno merito hanno eliminato i biancocelesti dalla Conference League, la Coppa dei perdenti secondo Tare, dopo che erano stati eliminati dall'Europa League e dalla Coppa Italia. La resa del Comandante è stata incondizionata: «La Lazio non è attrezzata per giocare in tre competizioni, sotto l'aspetto fisico, mentale e numerico. Ogni volta che facciamo cinque-sei cambi, ne paghiamo le conseguenze. Non siamo pronti per questi tornei. Nella Youth League, i ragazzi olandesi hanno segnato cinque gol al Real Madrid, i nostri giocano il campionato Primavera 2». Disamina di carta vetrata, con il pregio della verità: rimbalza in zona Lotito e in zona Tare per vedere l'effetto che fa, nel derby e a fine stagione, quando si tireranno le somme. Se la Lazio si sarà qualificata per la Champions, il bilancio sarà stato comunque positivo. In caso contrario, risulterà inutile recriminare sul tempo perduto e sulle occasioni mancate: bisognerà capire che cosa intenderà fare da grande questa squadra ora saltabeccante fra gli entusiasmi della perfetta partita napoletana e la rovinosa caduta olandese, in viaggio su un ottovolante che non si ferma mai.

Il derby degli allenatori
Sarri tace, Mourinho pure, sebbene la motivazione ufficiale dica che José non sia aduso a parlare per due volte nella stessa settimana. Di nuovo, brilla l'efficacia comunicativa del portoghese anche quando non favella. Del resto, Mourinho buca talmente il video o ne arroventa i microfoni pur rendendosi invisibile: ricordate il famoso spot liquoresco di cui fu insuperabile protagonista? Una meraviglia datata 2015, per dire quanto il signore di Setubal avesse precorso i tempi, varando il suo silenzio immagine davanti a una selva di microfoni, mai così fotografati. «Zero faccia, zero corpo, zero look. Zero di zero. Da oggi non chiamatemi The Special One, ma The Transparent One. Non fate foto, non vengo». Fenomenale. Ciò che doveva dire, anche Mou l'ha detto nella notte di Coppa, mai così basca per la Roma. Dove, per basca, si intenda la coriacea, testarda, caparbia prestazione dalla quale è scaturito l'approdo ai quarti di finale di Europa League. José ha la capacità di lanciare le sue frecce a volte senza indicare il bersaglio, a volte sì, sapendo tuttavia che andranno sempre a segno. L'ha confermato quando è sbottato: «Il sorteggio? Non m'interessa. Ci sono squadre lì che, secondo me, non dovrebbero esserci, perché chi è eliminato in una competizione deve andare a casa. Se vince l'Europa League una squadra che è stata eliminata dalla Champions per me non ha significato perché noi siamo qui dall'inizio. La Lazio? Non avrà una terza competizione in cui giocare adesso, no? Purtroppo no». Ce l'aveva con la Juve? No, secondo Allegri: «Questo è il format dell'Uefa, forse Mourinho voleva attaccare l'Uefa». Voleva rimarcare l'eliminazione della Lazio a tre giorni dal derby? Sì, ma infilando in coda quell'avverbio rammaricante che conferma quanto José abbia approfondito la conoscenza dell'italiano, anche nei suoi meandri lessicali. Stasera all'Olimpico parlerà il campo. Comunque vada fra Lazio e Roma, farà rumore.
di Xavier Jacobelli
Fonte: Corriere dello Sport
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