Vincent Candela, simbolo mai dimenticato della Roma campione d’Italia nel 2001, è tornato a esprimere il proprio legame profondo con i colori giallorossi. L’ex terzino francese, ormai romano a tutti gli effetti, ha concesso un’intervista esclusiva a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha condiviso il suo punto di vista sull’attualità del club capitolino.
Nel corso della chiacchierata, Candela ha analizzato le prestazioni offerte dalla squadra guidata da Gian Piero Gasperini nella prima fase della stagione, mostrando fiducia e lasciando intravedere la possibilità di ambizioni importanti per questa annata. Di seguito, le sue parole.

Le dichiarazioni di Candela
Candela affronta subito il tema delle ambizioni della Roma in campionato, soffermandosi sulla possibilità di puntare anche allo scudetto.
“Certo, la classifica parla chiaro. È giusto combattere fino alla fine per la Champions, ma nel calcio è bello anche sognare. E poi negli ultimi anni per me la più forte di tutti è sempre stata l’Inter, ma una volta ha vinto il Milan e due il Napoli. Il che vuol dire che si può fare, a prescindere da chi vale di più…”.
Proseguendo nel suo ragionamento, l’ex terzino giallorosso spiega perché la presenza della Roma tra le squadre di vertice non lo stupisce affatto.
“Per me non lo è mai stata, già nella scorsa stagione ha sfiorato la Champions. Poi, magari, manca qualcosa per combattere fino alla fine, ma c’è un valore aggiunto: Gasperini, che trasforma un po’ tutto in oro. La sua esperienza fa la differenza: è uno che ti fa passare un giocatore da 5 a 7 e da 6 a 8. Squadra e società sono da celebrare. Non parlo neanche della tifoseria, perché quella sono 50 anni che è una meraviglia”.
Entrando più nel dettaglio, Candela individua uno degli aspetti chiave del momento positivo vissuto dalla squadra.
“La Roma è oggi è anche squadra, c’è un gruppo che lavora, perché nel calcio il gruppo fa la differenza. Si corre per il compagno, ci si aiuta. E questo lo capisci anche perché giocano bene un po’ tutti, non c’è uno che svetta davvero”.
Nel suo discorso trovano spazio anche alcuni giovani che stanno incidendo in maniera evidente sulle prestazioni dei giallorossi.
“Wesley mi piace a sinistra, mi ricorda quello che facevo io con il piede destro… C’è da lavorare ancora un po’ sulla tecnica, ma ha corsa, agonismo e una voglia speciale. Koné è un gigante sia quando ha la palla sia quando difende, tanto che è diventato un titolare della Francia. Secondo me può fare ancora meglio. Come Soulé, che è già importantissimo e a cui Gasperini ha dato un’anima. Ma il mio giocatore chiave è un altro…”.

Infine, l’ex campione del mondo ha svelato il nome del calciatore che considera fondamentale negli equilibri della squadra.
“Cristante, lo dico dal primo giorno in cui è arrivato. Non è Totti o Zidane, ma è intelligentissimo e in campo dà equilibrio. Sa verticalizzare, pressa, trascina la squadra e può giocare ovunque. Ci sarà un motivo se alla fine gioca sempre lui. Con tutti…”.