Perotti “vede” già la Roma di Gasperini: fiducia Champions e assist a Zirkzee

Il doppio ex (Roma e Genoa) fotografa il momento giallorosso: identità in crescita, mercato decisivo e una partita emotiva per il ritorno di De Rossi all’Olimpico

Jacopo Mandò -
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Diego Perotti
Perotti prima di Roma-Genoa: parole su Gasperini, Zirkzee e De Rossi – Romaforever.it

La settimana che porta a Roma-Genoa ha un sapore particolare anche per chi quei colori li ha indossati davvero. Diego Perotti, doppio ex della sfida di lunedì, legge una Roma che sta già cambiando pelle: non solo risultati, ma segnali chiari di lavoro quotidiano e di idee che iniziano a vedersi.

“La mano del mister si percepisce già”

Perotti parla di una squadra in trasformazione, dove l’impronta di Gasperini è evidente: intensità, identità, capacità di trovare soluzioni anche quando non tutto gira in attacco. E qui arriva il punto chiave: per l’argentino la Roma può chiudere in zona quarto posto, ma non esclude che il traguardo possa essere persino più alto, perché la crescita è reale e il mercato – se mirato – può diventare il moltiplicatore.

Zirkzee, profilo “Gasperiniano

Nel discorso entra inevitabilmente Joshua Zirkzee. Perotti lo descrive come un giocatore che può incastrarsi bene nel sistema: non solo “punta”, ma anche interprete mobile capace di legare gioco e occupare la trequarti. Tradotto: un nome che, nelle sue parole, può dare quella sterzata che finora è mancata quando serve più peso e continuità offensiva.

Soulé e De Rossi: incrocio che fa rumore

Dentro la stessa cornice, Perotti spende parole importanti per Soulé, definendolo un talento di livello assoluto: uno che aveva bisogno di tempo e contesto. E poi c’è l’altra storia, quella che lunedì rischia di prendersi la scena: De Rossi all’Olimpico da avversario. Perotti è netto: a Genova si intravede già la sua mano e, soprattutto, si sente quanto il gruppo sia pronto a seguirlo sul piano umano.

Lunedì: partita, ma anche brividi

Roma-Genoa sarà anche questo: calcio vero, punti pesanti, ma pure una notte emotiva. Perché certe figure non passano: cambiano ruolo, cambiano panchina, ma restano parte della città.