Rizzitelli: “Litigai con Mazzone, con grande sofferenza scelsi di andarmene”

L’ex bomber giallorosso è tronato a parlare del suo periodo alla Roma nel corso di un’intervista

Jacopo Pagliara -
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Ruggiero Rizzitelli
Ruggiero Rizzitelli (foto asroma.com)

Ruggiero Rizzitelli è tornato sul suo passato in maglia giallorossa a cui è ancora molto legato. L’ex attaccante lo ha fatto nel corso della sua partecipazione a “S.R.Q.R – Sono Romanisti E Quasi Romani”, il podcast di Radio Romanista, dove ha condiviso ricordi, riflessioni e numerosi aneddoti legati agli anni trascorsi nella Capitale.

Nel corso dell’intervista, Rizzitelli ha ripercorso il suo lungo percorso a Roma, soffermandosi su episodi significativi della sua carriera, sul rapporto con l’ambiente giallorosso e sulle emozioni vissute indossando quella maglia. Di seguito, le dichiarazioni rilasciate dall’ex attaccante.

Le parole di Ruggiero Rizzitelli

Ruggiero Rizzitelli ha iniziato il suo racconto tornando con la memoria al celebre gol realizzato nel derby della stagione 1991-92, uno dei momenti più iconici della sua avventura in giallorosso.

“Stavamo perdendo e in quei momenti ragionavo da tifoso e non da calciatore. Pensavo che se fossimo usciti sconfitti da quella partita, i romanisti avrebbero passato settimane difficili alle prese con gli sfottò dei laziali. In quegli anni il derby era davvero molto sentito. Haessler non mi fece un vero e proprio cross ma un campanile e non so chi mi abbia dato la forza per staccare su Bergodi che era molto più in alto di me. Quella palla l’ho colpita di testa ma a spingerla in porta sono stati tutti i tifosi. Mentre correvo sotto la Sud, pensavo che all’indomani i nostri ragazzi sarebbero potuti andare in giro per la città senza problemi”.

Ruggiero Rizzitelli
Ruggiero Rizzitelli (foto La Repubblica)

Successivamente, l’ex attaccante si è soffermato sul significato profondo del derby di Roma, spiegando quanto questa partita rappresentasse molto più di una semplice sfida calcistica.

“Io ero appena arrivato e mentre eravamo in ritiro per la preparazione estiva, molti tifosi si avvicinavano ripetendomi una data che era piuttosto lontana. Io non capivo e chiesi a Sebino Nela. Mi sono calato in questo clima anche grazie ai compagni. Forse pure troppo, perché la settimana prima di affrontare la Lazio, mia moglie andava a dormire in un’altra stanza visto che anche di notte, nel sonno, davo gomitate o calciavo come se dovessi tirare in porta. Era una pazzia ma positiva“.

Ruggiero Rizzitelli
Ruggiero Rizzitelli (foto asroma.com)

Infine, Rizzitelli ha affrontato uno dei capitoli più dolorosi della sua carriera, ripercorrendo le circostanze che portarono al suo addio alla Roma.

Purtroppo quando arrivò Mazzone nella stagione ’93-94, qualcuno gli disse qualcosa di negativo su di me e su altri giocatori del gruppo storico. Io ebbi problemi veri con lui che esplosero proprio prima di un derby. Ero infortunato e mi ero molto impegnato per recuperare e aiutare i miei compagni. Il sabato però, durante la rifinitura, il suo vice mi disse che avrei dovuto lavorare a parte perché non ero convocato. Persi la testa, forse esagerando, e venni messo fuori rosa.

Stavamo andando malissimo in campionato, quindi il presidente Sensi convocò sia me che Mazzone dicendoci che non gli interessava nulla dei singoli ma che la cosa più importante fosse la Roma. Io risposi che aspettavo questo momento da mesi. Rientrai in gruppo e cominciammo a vincere le partite, tanto da sfiorare la qualificazione in Uefa ma a fine anno ormai il rapporto con l’allenatore era tesissimo e non si poteva andare avanti. Con grandissima sofferenza scelsi di andarmene. Con Carletto negli anni ci siamo chiariti, era una persona simpaticissima ma quell’anno non lo voleva capire, era convinto che io ed altri fossimo abituati a comandare negli allenamenti e a decidere le formazioni. Noi gli chiedemmo solo di valutare con i suoi occhi ma non ci fu verso. La scelta di dover abbandonare Roma è stata una coltellata che mi fa ancora male“.