Massimo Mauro, volto noto del calcio italiano, è stato intervistato dalla Gazzetta a proposito del caso Folorunsho-Hermoso. Il suo è un intervento diretto, quasi a gamba tesa se volessimo dirlo nel gergo “di campo”. “Quello che interessa adesso non è punire il giocatore del Cagliari, ma quello che significa non punirlo“. “Era un’occasione unica per ribadire il rispetto verso le donne: non doveva capitare, ma visto che è successo si doveva cogliere l’opportunità. Altrimenti mettersi i segni rossi in faccia fa ridere”.
Mauro in tackle: “Quelle parole sono una violenza”
Insomma, il concetto espresso da Mauro è chiaro: è stato “assurdo non punire“. “Rischio emulazione? Certo” – spiega ancora l’ex calciatore – “la mancata sanzione di parole così gravi è pericolosa”. E ancora: “Se ci sarebbe poi il rischio di espellere giocatori per ogni figlio di p. detto? Sarebbe giusto farlo, come accade per le bestemmie. Niente prova tv? Non sapevo fosse limitata alla blasfemia, e questo fa capire come il mondo del calcio sia ancora maschilista. In ogni caso non capisco perché entrambe non possano essere punite”.