Ai microfoni di ReteSport, Gianluca Falsini mette ordine in un dibattito spesso emotivo: non è vero che «in Italia non nascono più talenti», è che non sappiamo accompagnarli. Dal racconto sull’Italia di Gattuso alle esperienze a Trigoria, l’ex allenatore di Under 16 e Primavera offre una mappa: percorsi chiari, responsabilità diffuse, meno alibi.
Italia: il problema è culturale (e organizzativo), non genetico
Falsini respinge la narrazione del “deserto tecnico”: i talenti esistono, ma serve strada—minuti, contesti competitivi, staff che sappiano “aggiustare” i dettagli. L’eccezione Yamal riguarda il “dono”, tutto il resto è lavoro. L’esempio virtuoso è Pio Esposito: gavetta vera in B allo Spezia, mentalità, e oggi la Nazionale. Il dito punta al sistema: scuola poco compatibile con i carichi degli atleti, dirigenti non sempre preparati (con poche eccellenze come Marotta), riforme mancate dopo il 2006 e persino dopo l’Europeo vinto “grazie a Donnarumma”. Altrove (vedi Germania) si è ripensato tutto dopo un inciampo; da noi quasi nulla.
Primavera: alzare l’età è un errore
Portare in su l’asticella anagrafica, per Falsini, ritarda l’ingresso nel calcio vero: a 20 anni, fuori, molti hanno già un campionato alle spalle. Qui si tengono i migliori intrappolati in un torneo giovanile, perdendo ritmo, fame e confronto fisico con gli adulti.
Roma, i casi concreti: progetto sul singolo o non è progetto
Capitolo Trigoria. Falsini ricorda record di punti e tre scudetti di fila con la Primavera, ma soprattutto la crescita per ruoli: Alessandro Di Nunzio mezzala (dopo esperimenti davanti alla difesa) e oggi campionato di livello; Coletta, utilizzato in più posizioni, ora al Benfica. Il principio è uno: “progetto individuale” per ogni calciatore. Citando Sabatini: l’ideale è costruire una Roma con “11 romani”, perché la città produce talento—anche dal calcio di strada. Se investi su un Arena dal Pescara, devi pianificarne il futuro: prima squadra o percorso alla Esposito, ma chiaro. Senza questo, si chiama speranza, non settore giovanile.