Un addio silenzioso, ma dal peso specifico notevole. Renato Marin, portiere italo-brasiliano formatosi nella Primavera della Roma e già aggregato con frequenza alla prima squadra, è passato al PSG a parametro zero dopo il mancato accordo per il rinnovo. Nessun indennizzo, solo l’impressione — oggi — di aver perso un asset dal potenziale importante.
L’uscita a zero e la lezione per Trigoria
Per un club che investe sui giovani, perdere gratis un profilo interno è sempre un campanello d’allarme: tempi del rinnovo, prospettive di minutaggio, progetto tecnico individuale. Marin era nel radar di Trigoria e lavorava a stretto contatto con Svilar: segnale di stima tecnica e di un percorso che poteva diventare interessante anche in ottica rotazioni. Il mercato, però, non aspetta: di fronte a un PSG che mette sul tavolo una traiettoria chiara, il rischio di veder partire un 19enne è concreto se non c’è una cornice convincente.
Cosa vede il PSG (e cosa resta alla Roma)
Dalla Francia rimbalzano parole pesanti: grande fiducia nel suo sviluppo, oggi terzo portiere, domani candidato a diventare l’estremo difensore del futuro — fino a definirlo “tra i migliori della sua età”. È l’orizzonte che ogni giovane sogna: un ambiente iper-competitivo, staff specializzato e una scalata programmata. Per la Roma, il presente dice zero entrate e una scommessa lasciata ad altri; il futuro dirà se sarà rimpianto. Intanto, la lezione è chiara: quando il talento è “di casa”, anticipo contrattuale e progetto personalizzato diventano strategici quanto un acquisto.