Vincenzo Montella esce dal sorteggio dei playoff Mondiali con due concetti semplici e duri: rispetto per la Romania e massimo sforzo contro chiunque. L’allenatore della Turchia, intervistato da Sky Sport, descrive l’avversario come giovane e ben guidato—Lucescu “maestro”—e alza il livello dell’attenzione: per andare al 2026 non esistono scorciatoie. Sullo sfondo, un tema che tocca da vicino Trigoria: l’appello ai calendari per avere qualche giorno in più con i suoi convocati di Serie A, tra cui Zeki Çelik.
Turchia–Romania: rispetto e pragmatismo
Niente proclami. Montella incornicia la sfida come un esame da preparare con metodo: compattezza, intensità, scelte chiare. La Romania arriva da un ciclo europeo positivo e propone un calcio organizzato: l’aeroplanino chiede alla sua Turchia di alzare la soglia di attenzione sui dettagli—transizioni, palle inattive, gestione dei momenti—perché nei playoff decide spesso l’episodio.
L’appello ai calendari (e il riflesso su Trigoria)
Il ct spinge per uno stop anticipato dei campionati: i giocatori che arrivano il lunedì concedono, di fatto, appena due sedute vere prima della rifinitura. Due giorni in più “fanno la differenza”, ripete. Qui entra il legame con la Roma: Çelik è tra i suoi uomini di Serie A e ogni ora di campo extra può trasformarsi in minutaggio più consapevole—in nazionale come al rientro a Trigoria—riducendo rischi e alzando qualità.
Avviso all’Italia: niente margine d’errore
Montella allarga lo sguardo e “avverte” gli Azzurri: il livello medio sale, le piccole non sono più piccole—basti pensare ai punti di Malta o alla crescita delle Far Oer. Se l’Italia supererà la semifinale, la finale playoff fuori casa (Galles o Bosnia) sarà una montagna vera. Chiusura con un auspicio che vale per tutti: al Mondiale Turchia e Italia insieme—ma solo se, parola del ct, si gioca al massimo.