Nel pieno della settimana di Coppa Davis, Flavio Cobolli si prende un attimo per parlare di Roma. Nessun giro di parole: «Lo scudetto lo vinciamo quest’anno». Frase che accende la piazza e fotografa il clima di fiducia nato attorno alla squadra di Gasperini, prima in classifica e attesa alla ripartenza dopo la sosta.
L’assist dal tennis: mentalità e continuità
Cobolli non “baratta” la Davis — «il tennis è il mio sport» — ma consegna alla Roma un concetto che nel suo mondo è pane quotidiano: sicurezza dei propri mezzi e continuità di rendimento. È l’atteggiamento che serve ai giallorossi nei prossimi mesi: trasformare il volume di gioco in punti, mantenere alta l’intensità, gestire le onde emotive del campionato quando gli incastri del calendario si faranno pesanti.
Il parallelo con Florenzi e la Roma che serve a Gasp
Alla domanda sul “che calciatore sarebbe stato”, Cobolli si riconosce in Florenzi: duttilità, corsa, coordinazione, appartenenza. È la stessa ricetta che Gasp chiede ai suoi esterni e ai trequartisti: giocatori adattabili, pronti a cambiare compito senza perdere qualità. In un torneo equilibrato, lo scatto decisivo passa anche da qui: profondità di rotazione, sacrificio nelle due fasi, dettagli curati. Il tifo di Cobolli non è solo slogan: è la traduzione sportiva di un progetto tecnico che oggi può — legittimamente — ambire al massimo.