Stephan El Shaarawy racconta una Roma che ha ritrovato identità e metodo. Il progetto dell’attuale proprietà, spiega, è quello “partito meglio”: struttura credibile, profili all’altezza della piazza, obiettivo dichiarato di una squadra vincente. E una regia interna fatta da gente che conosce l’ambiente, dal senior advisor Claudio Ranieri al ds Frederic Massara, con la scelta di Gian Piero Gasperini a fare da cerniera tecnica.
“Conoscere la piazza” come vantaggio competitivo
Per El Shaarawy la differenza la fanno i volti giusti: Ranieri che ha dato solidità da allenatore e oggi da dirigente, Massara che conosce Trigoria e il mercato giallorosso, Gasperini che ha alzato l’intensità collettiva. La Roma è partita forte e sta “percorrendo la strada giusta”, con l’idea di restare stabilmente nel gruppo di testa: nessuno domina, i valori ci sono, il compito è non scendere dal treno.
Il nodo gol e il ruolo del gruppo
C’è un dato che stona: essere solo il nono attacco. El Shaarawy però guarda il bicchiere mezzo pieno — si creano tante occasioni — e indica la leva del salto di qualità: più freddezza negli ultimi metri. L’ala accetta la competizione davanti: periodi con meno minutaggio fanno parte del gioco, conta farsi trovare pronti quando il mister chiama. Anche chi entra, ricorda, può decidere le partite.
Soulé in crescita e la mano di Gasperini
Il compagno che l’ha impressionato di più è Matías Soulé: progressi evidenti in partita e in allenamento, nei dettagli e nel tiro. Merito anche di Gasperini, capace di tirare fuori il meglio dal collettivo e dal singolo. Preparazione dura, sì — come deve essere — perché il lavoro, alla lunga, “te lo ritrovi” durante la stagione.