Non è la posizione “classica”, ma è una scelta che ha un senso preciso. Gasperini ha deciso di alzare Bryan Cristante dietro la punta e di abbassare Neil El Aynaoui accanto a Manu Koné. A prima vista sembra un azzardo – sposti in alto uno che ti dà equilibrio e abbassi un giocatore più leggero – in realtà è un modo per sporcare la costruzione del Milan già nel primo passaggio.
Cristante a schermo sui registi rossoneri
Il Milan, senza Pulisic e con qualche assenza in mezzo, costruisce spesso passando da un solo play riconoscibile (Modric) e poi apre subito sul lato di Leao. Mettendo Cristante tra le linee, Gasp piazza lì un giocatore che legge le uscite, capace di oscurare la visuale centrale e di impedire al regista rossonero di girarsi. Non è un trequartista “di fantasia”, è un trequartista di disturbo.
El Aynaoui in seconda linea
Se Cristante sale, qualcuno deve assorbire i corridoi tra mezzala e terzino: ecco perché El Aynaoui scende in linea con Koné. Il franco-marocchino è più rapido nell’accorciare lateralmente e può andare in pressione “a onda” quando il Milan prova a uscire sul braccetto o sul terzino. Koné resta il riferimento più arretrato: aspetta, intercetta, pulisce.
Perché può funzionare
Contro una squadra che vuole uscire palla a terra e che domenica avrà Leao + Nkunku dal 1’, l’idea è: non farli partire puliti. Se blocchi il primo passaggio, costringi il Milan a giocare lungo e lì la Roma è più forte fisicamente. È una scelta rischiosa perché togli un po’ di qualità negli ultimi 20 metri, ma ti compri più pressione preventiva.