È il tono, prima ancora delle parole. Zeki Çelik parla piano, ma la sostanza pesa: sta bene, ovunque lo si metta. E in questa Roma che ha bisogno di affidabilità, è già una notizia.
Da quinto a “braccetto”: il comfort è il campo
Il turco non fa giri: «Mi sento bene in questo nuovo ruolo, posso difendere e posso attaccare, mi diverto». Centrale o esterno cambia poco, conta la prestazione. Lo dimostra la risposta ironica di Gasperini — «ha giocato bene da quinto? ha giocato bene da terzo? allora va bene così» — che sintetizza il presente: meno etichette, più compiti eseguiti.
Futuro: serenità e lavoro
Sul contratto Çelik non forza: «Spero se ne possa parlare, vedremo nei prossimi mesi». Intanto ribadisce: «Sto bene a Roma». E ricorda che non è nuovo a momenti alti: «Ho giocato bene anche al Lille, ho vinto il campionato lì». Popolarità? «So di non essere un giocatore popolare, ma lavoro al massimo». È il profilo che tiene insieme spogliatoio e campo.
La cornice: fiducia e obiettivi
La squadra, dice il tecnico, ha fatto un passo avanti con l’Inter: produzione alta, da rifinire negli ultimi 20 metri. Il piano resta: lavorare, sostenere gli attaccanti, crescere gara dopo gara. Çelik è l’esempio: basso rumore, alto rendimento.