Senza punte la Roma non segna, ma con le punte non segna lo stesso: cosa può fare Gasperini adesso

Senza di loro la squadra stenta, ma quando sono in campo non riescono a fare il loro mestiere: Gasp prova a venirne a capo in qualche modo

Luca Mugnaioli -
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dovbyk ferguson
Artem Dovbyk e Evan Ferguson – (Romaforever.it)

Se un attaccante non riesce a fare gol a che serve averlo in campo? Giusta osservazione. Che dire però se proprio senza quegli attaccanti non si riesce proprio ad essere pericolosi? Un bel dilemma. Gasperini è chiamato a risolvere il rebus dei rebus per il proprio reparto offensivo che è diventato un vero e proprio paradosso. La riprova la si è avuta anche contro l’Inter sabato sera: il tridente leggero con Dybala, Pellegrini e Soulé non ha funzionato e soltanto l’ingresso nella ripresa di Dovbyk (e poi anche di Ferguson) ha permesso alla Roma di andare con continuità vicino al gol. Il problema è però che, alla fine, la rete non è arrivata lo stesso.

Roma: l’attacco è un vero paradosso

In pratica senza punte di ruolo la squadra non gira. Ma con loro in campo, pur aumentando la pericolosità offensiva, la sostanza resta la stessa. Che fare quindi? Il garbuglio è chiaro: questa Roma non sembra poter prescindere dal centravanti di posizione, quello in grado di far salire la squadra, tenere impegnata la difesa avversaria e liberare spazio ai fantasisti sulla trequarti. Il problema, come detto, è però il gol: Dovbyk anche sabato si è divorato un’occasione abbastanza clamorosa, e pure Ferguson è rimasto all’asciutto. I numeri del reparto offensivo giallorosso sono da horror: 7 reti segnate in altrettante giornate, soltanto 1 arrivato dagli attaccanti.

Le possibili soluzioni per Gasperini

Si ritorna quindi al punto di partenza. Come se ne esce? In attesa del mercato di gennaio, la prima soluzione è quella di continuare ad insistere con il tridente leggero, benché fin qui non abbia funzionato. Adesso però Gasperini ha un’arma in più: Bailey. Non a caso l’ipotesi che potrebbe prendere quota è quella di provarlo assieme a Soulé e a Dybala. La seconda opzione è quella di insistere col centravanti di riferimento sperando che prima o poi uno dei due si sblocchi o che magari gli altri, lasciati più liberi di agire (Soulé, Pellegrini, ecc.), riescano a trovare la via del gol al posto loro. Il tempo stringe: fin qui la difesa ha sopperito alle lacune offensive ma se si vorrà puntare alla Champions servirà avere anche delle altre mani vincenti da giocare.