“Non sapevo chi fosse”: Spalletti svela il retroscena su Pizarro al Festival dello Sport

A Trento, sul palco del Festival dello Sport, Luciano Spalletti racconta l’intuizione che trasformò David Pizarro da trequartista a regista e cambiò la Roma.

Jacopo Mandò -
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Luciano Spalletti
Spalletti al Festival dello Sport racconta Pizarro: l’idea del regista basso che cambiò la Roma – Romaforever.it

Il retroscena di Udine

Nel salotto del Festival dello Sport di Trento, Luciano Spalletti ha riaperto un baule di storie: Udine, i furgoncini di casa Pozzo che scaricavano talenti sconosciuti, e un ragazzo «paffutello» disteso su un lettino troppo lungo per lui. David Pizarro, “il Pek”, nacque così agli occhi del tecnico: presentato da trequartista, rivelato in campo come una mente superiore del gioco.

L’intuizione tattica che cambia la carriera

Spalletti ricorda il momento dell’illuminazione: in trequarti lo spazio è angusto, le marcature sono addosso, l’azione viene soffocata dal mediano avversario. La mossa: abbassarlo regista basso, far passare da lui «l’80% dei palloni», costruire dal cuore della manovra contro il pressing. Pizarro vedeva corto e lungo nello stesso istante: ti attirava vicino e, in un lampo, ti metteva la palla «40 metri dietro le spalle».

Il manifesto alla Roma

Quando il cileno arrivò alla Roma, quell’idea divenne un manifesto. La costruzione bassa come antidoto al “tutti pressano, tutti uomo su uomo” che oggi è il pane quotidiano del calcio europeo. Se il fronte si chiude, apri la sorgente: crea superiorità all’origine. In quell’epoca Pizarro fu la scatola nera dei giallorossi spallettiani, il dispositivo che decodificava il caos e lo trasformava in traiettorie pulite.

La lezione che resta

Dal lettino dei massaggi al centro del campo: l’aneddoto strappa un sorriso, ma resta una lezione. Il calcio lo rivoluzionano i dettagli: una posizione spostata di dieci metri, un talento messo nel posto giusto, un allenatore che vede ciò che altri non vedono. Perché Spalletti è questo.