Di Stéfano, notte da brividi: 6-2 e una lezione che pesa — quanto dista ancora l’Italia dalla Spagna?

Roma Femminile travolta 6-2 al “Di Stefano”: Redondo e Weir dominano, e il ko fotografa il gap tra Liga F e Serie A.

Jacopo Mandò -
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Roma Femminile perde a Madrid
Roma Femminile, sconfitta 6-2 al Di Stefano: il Real Madrid mostra ancora quanta differenza ci sia tra calcio spagnolo e italiano – Romaforever.it

Una serata che racconta due velocità. Al “Alfredo Di Stéfano” il Real Madrid travolge 6-2 la Roma all’esordio europeo stagionale: Redondo (doppietta), Weir (doppietta), Lakrar ed Eva Navarro per le padrone di casa; a segno Viens e Haavi per le giallorosse. Partita indirizzata e poi dilatata nell’ultimo terzo di gara, con le madrilene sempre un passo — e un’idea — avanti nelle letture e nella qualità degli attacchi.

Il solco tecnico (e strutturale)

Questa sconfitta diventa un promemoria: il movimento spagnolo è oggi più completo, profondo e professionale. La Spagna è campione del mondo in carica (Sydney 2023) e, a luglio, è arrivata fino alla finale di EURO 2025, persa con l’Inghilterra: due timbri che certificano un’élite consolidata.  

Sul fronte club, il Barcellona ha trasformato la UWCL in territorio familiare (titoli 2021, 2023 e 2024) e ha riempito gli stadi come nessuno: 91.553 al Camp Nou nel 2022, record mondiale per un match femminile. Intanto la Liga F è una lega pienamente professionale, capace di attirare investimenti e — nonostante frizioni sul tema salari — di trovare accordi strutturali con le calciatrici; il Barça ha poi messo in bacheca il sesto titolo consecutivo nel 2025. Sono tasselli che raccontano un ecosistema in ascesa, competitivo oltre il Barcellona, con il Real Madrid che cresce anno dopo anno.  

La lezione per la Roma

Per la Roma, al di là dell’episodio, resta un punto: alzare il volume del gioco “europeo” per tutti i 90’. A Madrid si è vista buona personalità a sprazzi (due gol pesanti in trasferta), ma anche la difficoltà nel reggere l’onda lunga della pressione e delle rotazioni merengues, dove profili come Weir, Redondo ed Eva Navarro fanno la differenza nella ripetizione del gesto e nell’intensità. È qui che s’innesta la distanza: ampiezza delle rose, ritmo competitivo del campionato, continuità progettuale. Col tempo e con una rosa sempre più europea, la Roma può accorciare il gap. Ma il 6-2 dice che oggi la scala spagnola è ancora più ripida di quanto sembri a prima vista.