Florenzi, la magia non tramonta: il racconto a Sky Calcio Club e un nuovo inizio

L’ex Roma, da poco ritiratosi, riparte dalla memoria: il gol “impossibile” al Barcellona e la scelta di ascoltare il corpo. Tra nostalgia e lucidità.

Jacopo Mandò -
Tempo di lettura: 2 minuti
Florenzi
Alessandro Florenzi ricorda a Sky Calcio Club il gol da metà campo al Barcellona e spiega le ragioni del ritiro: l’ex Roma riparte dall’Olimpico dei sogni – Romaforever.it

C’è un istante che per Alessandro Florenzi non smetterà mai di brillare: una corsa sulla destra, lo sguardo che incrocia più volte la posizione di Ter Stegen, poi il destro liftato da oltre cinquanta metri che bacia il palo ed entra. Roma-Barcellona, 16 settembre 2015: finisce 1-1, ma resta la prodezza “da film” che il mondo incensa e che i report internazionali fissano come una delle giocate dell’anno.  

Ospite a Sky Calcio Club, Florenzi ha riavvolto il nastro e ha parlato da romanista e da ex calciatore: “Prima di essere un giocatore sono un tifoso della Roma… Sul gol al Barça guardo tre-quattro volte il portiere: Džeko taglia, se gliela do la perdo, allora ci provo”. Parole semplici, da chi le notti grandi le ha toccate con mano e oggi le maneggia con cura. La cornice televisiva è recente—Florenzi è passato dal Club nella serata di ieri—e conferma il suo nuovo passo pubblico: raccontarsi, senza sovraccaricare.  

«Ho detto basta per rispetto del mio corpo»

Il nuovo capitolo è iniziato ufficialmente a fine agosto: Florenzi ha annunciato l’addio al calcio giocato, chiudendo una carriera fatta di 280+ presenze in giallorosso (con due trofei nazionali) e tappe prestigiose in Italia ed Europa. “Ho deciso di smettere a luglio: sono salito su un tapis roulant e mi sono chiesto cosa stessi facendo. Le ginocchia mi ringraziano ogni giorno”, ha spiegato, con quella franchezza che lo ha sempre contraddistinto. Un epilogo scelto, non subìto, per non tradire il patto con il proprio corpo e con la memoria di ciò che è stato.

Roma nel cuore, la clip che resiste

Resta l’identità, prima ancora della carriera: “Sono un tifoso della Roma, ha ribadito. E resta quel frame—Olimpico, notte di Champions—che i siti e i giornali di mezzo mondo hanno consegnato all’archivio delle meraviglie: controllo, occhiata, coraggio, esecuzione. Una giocata che racconta il Florenzi calciatore meglio di mille statistiche: istinto, lettura e un filo d’incoscienza buona. Se oggi il terreno è un altro—i microfoni, le riflessioni, l’analisi—il racconto non perde ritmo: c’è un passato che scalda e un futuro che chiama, senza forzature. E quella palla che vola su Ter Stegen continua a dire chi è stato—e perché, a Roma, certi amori non finiscono.