Dopo averlo definito come “Il coma della Lazio“, Tommaso Paradiso parte nuovamente all’assalto di Claudio Lotito. “La società sta scomparendo” – ha dichiarato il cantante – “siamo partiti 21 anni fa col fax non arrivato in tempo, siamo oggi alle prese con la svista“. Paradiso aggiunge: “Si deve rendere conto che lei non sta gestendo una cosa di famiglia, qua ci sono coinvolte migliaia di persone. Io tifo la Lazio, non il giocattolo di Lotito, questo è un sequestro“. Quindi l’affondo: “Il calcio è sogno per eccellenza, è dei bambini, è una favola. Perché noi non dovremmo sognare?”.
La dura lettera a Lotito del cantante
Il cantautore – intervenuto a Radio Sei al programma “Quelli che…” – sottolinea poi come Lotito sia responsabile di “raccontare cose che non coincidono con la realtà” e che l’atteggiamento nei confronti del popolo biancoceleste (“Lotito non perde occasione per sbeffeggiare il tifoso laziale“, dice) sia da considerarsi come un vero e proprio “accanimento“. Dichiara ancora Paradiso: “Questa non è la Lazio in cui sono nato. Oggi si parla di tutto tranne che di calcio, ma solo di bilanci. Questo è un incubo“.
L’appello di Tommaso Paradiso a Lotito: “Apra gli occhi”
Il messaggio del cantante al patron biancoceleste si conclude con un appello: “Mi auguro che qualcuno vicino a lei, come ultima speranza, le faccia aprire gli occhi. Questa non è la Lotitese, è la Lazio!”.