La prima mossa della ripresa porta la firma di Gian Piero Gasperini. Fuori Evan Ferguson, dentro Artem Dovbyk. Un cambio che non sorprende, perché l’irlandese è rimasto ai margini del gioco per un’ora abbondante, incapace di incidere in un derby che lo avrebbe potuto consacrare. Una “gara fantasma”, con pochi palloni giocabili e nessun acuto sotto porta.
Al suo posto entra Dovbyk, chiamato a sfruttare un’occasione che vale molto più di un semplice spezzone. L’ucraino, arrivato per garantire peso offensivo e fiuto del gol, sa bene che questa è una vetrina importante per scalare le gerarchie. Gasperini gli chiede profondità, presenza in area e la cattiveria giusta per capitalizzare le poche occasioni che la Roma può costruire in un derby così chiuso.
Ora tocca a lui cambiare il volto della partita: il campo dell’Olimpico, in un pomeriggio che vale doppio, può trasformarsi nella prova generale per convincere tecnico e tifosi di poter essere il titolare fisso della Roma di Gasp.
Per la Roma entrano anche Pisilli e Baldanzi.