
Otto incroci, tre vittorie a testa e due pareggi. Il bilancio tra Gian Piero Gasperini e Marco Baroni racconta una storia di equilibrio, di duelli tattici che non hanno mai avuto un padrone assoluto. Domenica all’Olimpico, alle 12.30, Roma e Torino si ritroveranno davanti con due progetti diversi ma con la stessa ambizione: sorprendere, imporre la propria identità.
I punti di forza del Torino
Il Torino di Baroni è una squadra che ama costruire dal lavoro degli esterni. Le corsie laterali diventano terreno fertile per azioni che si chiudono con cross e assist, spesso determinanti nelle ultime giornate. A questo si aggiunge la ricerca quasi ossessiva della verticalità: quando i tempi sono giusti, i granata riescono a colpire con inserimenti rapidi e precisi, sfruttando gli spazi aperti. Ma ciò che più impressiona è la fase di non possesso collettivo: la squadra resta corta, compatta, e concede poco all’avversario, riducendo le zone di libertà e soffocando la manovra.
Le fragilità della Roma di Gasperini
Sul fronte giallorosso, il sistema Gasperini ha già mostrato identità forte, pressing alto e verticalizzazioni continue. Tuttavia, la linea difensiva individuale può andare in sofferenza quando un duello viene perso: basta un avversario che sfugge alla marcatura per aprire varchi enormi alle spalle. Gli inserimenti in profondità sono il vero tallone d’Achille, soprattutto contro squadre che sanno ribaltare l’azione con velocità. È qui che il Torino potrebbe fare più male, sfruttando proprio la caratteristica più rischiosa del gioco del Gasp.
Una partita di dettagli
Roma-Torino sarà molto più che una semplice terza giornata di campionato. È una sfida di filosofia calcistica: la disciplina tattica e la compattezza di Baroni contro il coraggio e l’aggressività di Gasperini. In bilico tra equilibrio e follia, sarà una gara in cui basterà un dettaglio per rompere l’inerzia e scrivere un nuovo capitolo di questa rivalità.