Coric: “Alla Roma situazione orribile, sono entrato in depressione: dette bugie su di me”

L’ex giallorosso si lascia andare ad un duro sfogo relativo al suo passato alla Roma quando non fu preso in considerazione, entrando in depressione.

Melissa Landolina -
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Ante Coric
Ante Coric (foto web)

Per anni è rimasto avvolto in un alone di silenzio, come se la sua storia fosse stata archiviata in un angolo dimenticato della memoria collettiva. Eppure, Ante Coric non ha mai smesso di esistere come calciatore. Oggi, dal cuore di Malta, dove veste la maglia dell’Ħamrun Spartans, riporta a galla frammenti del suo passato, un passato segnato da promesse mancate, esclusioni e porte mai davvero aperte.

“Mi sento di nuovo un calciatore”, racconta. È una frase semplice, eppure piena di tutto ciò che gli è mancato per anni. Non si tratta solo di scendere in campo, ma di farlo con la testa alta e il cuore coinvolto. Coric non ha mai dimenticato cosa significa giocare per qualcosa, ed è proprio quel sentimento che sembra aver finalmente ritrovato. A Malta ha riscoperto la fiducia, la centralità, la sensazione di contare per davvero. Dopo anni in cui si era sentito invisibile.

Dall’entusiasmo del suo arrivo a Roma nel 2018, alle sole tre presenze collezionate in giallorosso, passando per una lunga serie di prestiti in giro per l’Europa: Almería, Venlo, Lubiana, Zurigo, fino al ritorno in Croazia. Coric confessa senza filtri di aver perso il piacere di giocare, fino quasi a dimenticare chi fosse davvero con un pallone tra i piedi. Non parla di numeri o statistiche, ma di allenamenti vissuti nel vuoto e di un isolamento che è stata la solitudine più cruda.

A Trigoria, racconta, ha vissuto i momenti più bui della sua carriera. “Mi allenavo da solo, passando da un ingresso secondario, nel campo dove prima correvano i ragazzini dell’Under 10”. Non servono metafore: la sua voce tradisce ancora una ferita aperta. Il tutto dopo essere stato messo fuori rosa senza nemmeno un vero confronto con José Mourinho, e con un unico colloquio avuto con Tiago Pinto, che secondo lui ha sbarrato qualsiasi possibilità di ripartire altrove, nonostante ci fosse la volontà di ridursi lo stipendio per poter cambiare aria.

Coric è convinto che non gli sia mai stata data una vera chance. Ricorda con lucidità il giorno in cui chiese a Eusebio Di Francesco spiegazioni sul suo mancato impiego, ricevendo solo complimenti vuoti e nessuna risposta concreta. “Mi diceva che ero un bel giocatore, ma poi restavo sempre fuori”, confessa, con la pacatezza di chi ha metabolizzato, ma non dimenticato. Non manca l’amarezza nei confronti delle parole attribuite all’ex direttore sportivo Tiago Pinto, che lo avrebbe accusato di essere rimasto solo per soldi. “Una bugia”, dice secco Coric. “Ero pronto a tagliarmi lo stipendio pur di andarmene”.

Nel suo racconto c’è spazio anche per i rimpianti. Ammette di non aver dato tutto mentalmente, di non aver sempre brillato in allenamento, ma resta fermo sul fatto che avrebbe meritato almeno una possibilità concreta. “Se mi avessero detto che ero scarso dopo dieci partite, l’avrei accettato”, dice. Ma non è andata così. Nessuna partita vera, solo un’attesa logorante.

Tornano alla mente le parole di Francesco Totti, che lo definì un talento capace di sorprendere tutti. Un elogio che lo emozionò, ma che rimase senza seguito. Anche i tifosi, in quei lunghi anni di anonimato, lo accusarono di essere in vacanza, e lui ammette di aver scherzato su questo quando lasciò la squadra. “Li ho amati, come ho amato la città”, aggiunge, con sincero affetto per una piazza che l’ha accolto ma che non ha mai potuto vederlo nella sua forma migliore.

Oggi il centrocampista a Malta è tornato protagonista, e con la sua squadra è riuscito a portarla alla fase finale di Conference League, proprio come aveva promesso. Lì ha trovato l’ambiente giusto per rimettersi in piedi, lontano dai grandi palcoscenici, ma vicino a ciò che conta davvero: sentirsi di nuovo parte di qualcosa.