
Ci sono notti che non segnano un inizio, ma confermano un percorso. Roma–Bologna è stata una di queste: Gasperini ha scelto Ferguson, e il giovane irlandese ha risposto con energia e movimento. Una titolarità che non è stata sorpresa, ma piuttosto conferma: per Dovbyk il futuro in giallorosso resta appeso a un filo, mentre il Napoli continua a bussare con insistenza alla sua porta.
La prova di Ferguson
Ferguson ha incarnato ciò che Gasperini chiede: corsa, intensità, capacità di dialogare con i trequartisti. Non ha trovato il gol, ma ha dato l’impressione di essere già dentro il sistema, pronto a interpretare un ruolo centrale nelle rotazioni offensive. Un esordio che ha acceso entusiasmo all’Olimpico e puntato i riflettori sul futuro immediato della Roma in attacco.
Dovbyk, un addio che prende forma
La scelta di Gasperini di partire dall’inizio con Ferguson non ha sorpreso. L’ucraino era già sullo sfondo, al centro di una trattativa che lo vede nel mirino del Napoli. Il club partenopeo ha avviato i contatti e valuta l’operazione, pur osservando anche altre piste (una su tutte Højlund del Manchester United). In ogni caso, lo spazio per Dovbyk alla Roma sembra ridotto: restare significherebbe rincorrere, e le gerarchie viste ieri confermano quanto sarebbe complicato.
La fotografia del presente
Roma–Bologna non ha cambiato le carte, le ha semplicemente rese più chiare. Ferguson è il presente e il futuro, Dovbyk è il nome che circola per dare respiro al mercato. Se arriverà l’offerta giusta, la separazione non sarà un fulmine a ciel sereno, ma l’epilogo naturale di una storia già scritta.