Qualche giorno fa era considerata praticamente una trattativa fatta e conclusa. Semmai c’era bisogno soltanto di aspettare il doppio impegno del Legia Varsavia nei preliminari di Europa League. Non a caso il suo arrivo nella Capitale era atteso per lo scorso weekend. Arrivati però al 21 di agosto di Ziolkowski a Trigoria ancora non c’è traccia: perché?
Il difensore, classe 2005, rappresenta sicuramente un bel prospetto ragionando in ottica futura; in più, anche nell’immediato, il centrale può contare già su un sufficiente bagaglio di esperienza. Non dimentichiamoci poi che, in virtù della sua statura (1.94), aggiungerebbe ulteriori centimetri alla già alta difesa romanista.
I costi dell’operazione Ziolkowski
Ottime, c’è da dire, pure le condizioni economiche dell’affare. Roma e Legia Varsavia hanno trovato un’intesa per il cartellino del ragazzo attorno ai 6 milioni di euro. Resta da capire soltanto se Ziolkowski arriverebbe per completare il reparto – considerando l’uscita nel frattempo di Kumbulla – o se Massara procederà comunque con un’altra uscita.
In cima alla lista dei possibili partenti c’è sempre Hermoso ma a causa dell’elevato ingaggio percepito dallo spagnolo non è facile trovare acquirenti. E alla fine non è da escludere che alla fine l’ex Madrid possa anche restare.
Gioco al rialzo sulla percentuale della futura rivendita: gli scenari
Resta allora da rispondere alla domanda fatta in apertura: perché l’affare è finito in stand-by? Come riporta La Gazzetta dello Sport oggi in edicola il club polacco starebbe facendo un gioco al rialzo sulla percentuale sulla futura rivendita da inserire nell’accordo con la Roma. Inizialmente prevista attorno al 10%, il Legia vorrebbe portarla adesso al 30%.
Una mossa che, si legge, avrebbe indispettito e non poco il DS giallorosso Massara. Due pertanto gli scenari da qui fino a fine mercato. Il primo prevede un cambio di obiettivo da parte della Roma; il secondo contempla la chiusura della campagna acquisti senza altri colpi in difesa, con la permanenza tuttavia in questo secondo caso di Mario Hermoso.