A volte è il destino a lasciare dei segnali ben chiari e quello di Tyrell Malacia potrebbe aver già lasciato un chiaro segnale: quella Roma sfiorata in una finale europea e rimasta lì, come un qualcosa che prima o poi sarebbe potuto accadere davvero.
Nato a Rotterdam da padre originario di Curaçao e madre surinamense, Malacia ha respirato calcio fin da giovanissimo. Cresciuto in un quartiere popolare, si è formato attraverso il gioco, la strada e poi la disciplina di un settore giovanile serio come quello del Feyenoord. Già a nove anni, dopo le prime esperienze con piccole realtà locali, entra in un mondo strutturato, dove cresce con metodo e intensità.
Nel 2017 il primo contratto da professionista, poi l’esordio europeo contro il Napoli in Champions League. Il talento non tarda a emergere, e nel Feyenoord si impone come un punto fermo. Quella fascia sinistra diventa la sua casa, dove costruisce fiducia, ritmo e visione. Non solo un terzino, ma un giocatore moderno, capace di adattarsi, spingersi in avanti e gestire più ruoli.
Dalla Conference al riscatto
Nella stagione 2021-22 si afferma con continuità, collezionando minuti e prestazioni. Arriva in finale di Conference League e affronta proprio la Roma. Al 50’ di quella partita, la storia avrebbe potuto cambiare volto. Malacia arriva a calciare, ma la mano di Rui Patricio ferma tutto. Una frazione di secondo e un episodio che fa la differenza: la coppa la alzano i giallorossi.
Nel 2022 arriva la chiamata del Manchester United, che investe su di lui 15 milioni di euro. L’entusiasmo è forte, le aspettative alte. Nei primi mesi le cose sembrano andare per il verso giusto, ma poi qualcosa si rompe. Un grave infortunio al ginocchio lo tiene fuori per un’intera stagione. Poi il prestito al PSV Eindhoven rappresenta l’occasione per rimettersi in moto. Dodici presenze, un campionato vinto, e una voglia ancora intatta di rimettersi in gioco ad alti livelli.
Roma di nuovo sullo sfondo
Adesso il nome di Tyrell Malacia torna sul taccuino. La Roma lo osserva, lo valuta, lo considera un’opzione concreta per la fascia sinistra. Non è un caso. Non lo è mai stato, forse. La sua duttilità, la capacità di coprire anche il lato destro e di spingersi in zona offensiva, convincono Gasperini. Alto un metro e sessantanove, ha equilibrio, reattività e mentalità.
Massara conosce bene le dinamiche del suo profilo, e l’interesse giallorosso potrebbe trasformarsi presto in qualcosa di più concreto. A distanza di anni quella finale persa proprio contro la Roma potrebbe essere oggi una nuova occasione di riscatto.