Pizarro: “La Roma deve tornare in contatto con la sua gente”

L’ex giallorosso è tornato a parlare di Roma in un’intervista in esclusiva per Il Corriere dello Sport

Jacopo Pagliara -
Tempo di lettura: 2 minuti
David Pizarro
David Pizarro (X -@CorSport)

L’ex centrocampista della Roma, David Pizarro, tornato in campo qualche giorno fa in occasione della sfida amichevole tra le leggende giallorosse e quelle dell’Everton, ha concesso un’intervista in esclusiva per Il Corriere dello Sport. Nel corso della chiacchierata, il “Pek” ha espresso le sue considerazioni sulla nuova Roma guidata da Gian Piero Gasperini, condividendo sensazioni e opinioni sul lavoro del tecnico e sulle prospettive della squadra. Queste sono state le sue parole.

Le dichiarazioni di David Pizarro

Ora lei fa parte delle “legends” della Roma. Sabato pomeriggio avete sfidato quella dell’Everton, scendendo in campo in uno stadio nuovissimo davanti a quasi 50 mila persone. Che effetto le ha fatto indossare di nuovo la maglia giallorossa?

Emozione allo stato puro. Dal punto di vista fisico è stato faticoso, il tempo passa per tutti e ora ci chiamano leggende. Un modo carino per dire che ci siamo invecchiati. La cosa bella di queste esperienza è che si ritrova lo spogliatoio, quel sentirsi parte di un gruppo che manca sempre quando poi smetti e cominci un’altra vita fuori dal campo”.

David Pizarro
David Pizarro (asroma.com)

Ce l’ha un consiglio per questa Roma?

“Sì, ma va oltre il campo: torni di più a contatto con la sua gente, con i tifosi. Lo dico con nostalgia ma per tutti i club: prima c’erano rapporti veri, oggi ci si isola un po’”.

La Roma ora è da Champions?

“Dal 2001 sono passati 24 anni. Non so se la tifoseria voglia solamente il quarto posto. Io penso che la Roma abbia bisogno di un trofeo importante. Si gioca per vincere, non per arrivare quarti. La mia generazione ci è andata molto vicina, poi la Roma non ha più raggiunto quelle vette. Prima di morire spero di andare a festeggiare almeno uno scudetto al Circo Massimo. Credo molto nel lavoro e negli investimenti che stanno facendo i Friedkin”.

 

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