Astori, svolta nelle indagini: il certificato fu falsificato, arrivano le condanne

Un anno inflitto a un imputato, 8 mesi agli altri due, nessun risarcimento alla famiglia

Jacopo Pagliara -
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Davide Astori
Davide Astori (X -@CorSport)

Nuova condanna per Giorgio Galanti, ex direttore della medicina sportiva di Careggi, già riconosciuto colpevole per omicidio colposo nella vicenda della morte del capitano della Fiorentina, Davide Astori. Il tribunale di Firenze lo ha condannato a un anno di reclusione, pena sospesa, per falso ideologico. Al centro del processo, la creazione retroattiva dello “strain”. Lo “strain” è un esame che misura la contrattilità del muscolo cardiaco, attribuito alla visita agonistica del 10 luglio 2017 ma refertato con data 2019, oltre un anno dopo la morte del calciatore. Davide Astori è infatti deceduto il 4 marzo 2018 durante la trasferta di Udine, dove si trovava con la squadra in ritiro.

Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Antonino Nastasi, Galanti avrebbe fatto stampare quel certificato nel tentativo di dimostrare, a inchiesta già avviata, la scrupolosità dei controlli effettuati su Astori. Tuttavia, l’operazione si rivelò un falso: l’esame era rimasto “aperto” nel sistema informatico e fu completato solo in un secondo momento, in modo irregolare e con una datazione postuma

Dopo le condanne parla la compagna di astori: “Abbiamo ottenuto giustizia per l’ennesima volta”

Davide Astori
Davide Astori (X -@tuttosport)

Condanne, sempre con pena sospesa, anche per gli altri due imputati: otto mesi per Loira Toncelli, ex collaboratrice di Giorgio Galanti. Anche per Amedeo Modesti, successore di Galanti a Careggi, la pena inflitta è di 8 mesi. Il giudice ha inoltre disposto la distruzione del referto incriminato. Non sono stati concessi risarcimenti alla famiglia di Astori né alla compagna, Francesca Fioretti, che ha commentato: “Non mi interessano risarcimenti. Abbiamo ottenuto giustizia per l’ennesima volta. Queste cose non devono accadere”.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni. Gli avvocati difensori annunciano ricorso, contestando la natura dell’atto incriminato e l’assenza di danno concreto. Il legale di Amedeo Modesti ha sottolineato che distruggere un atto falso, come fatto dal suo assistito, è quanto ordinato dallo stesso tribunale.