Leandro Paredes, calciatore molto “chiacchierato” sul fronte mercato in questi giorni, è tornato a parlare del suo rapporto con Ivan Juric. Con il tecnico croato non c’era stato nulla di particolare – né un litigio, né uno diverbio (almeno da quanto si sa ad oggi) – sta di fatto che dopo l’esonero di De Rossi il centrocampista era finito ai margini della rosa, relegato ad ultimissima ruota del carro.
C’è stato un momento, addirittura, che Paredes era diventato il calciatore con meno minutaggio della Roma. Il suo addio a gennaio sembrava scontato, tanto più che il Boca Juniors – dove il giocatore ha sempre ammesso di voler tornare e dove potrebbe effettivamente approdare a breve – era pronto ad accoglierlo a braccia aperte.
L’arrivo di Ranieri aveva tuttavia congelato tutto: “Lui mi ha fatto capire di volermi tenere in rosa, mi ha dato molta fiducia“, ha ricordato il calciatore parlando coi fratelli argentini Gaston ed Esteban Edul al loro canale YouTube. “Sì, l’arrivo di Ranieri ha cambiato tutto“.
Paredes ripensa al periodo con Juric: “Non mi sono dato una spiegazione”
Paredes torna però a quanto accaduto prima che Sir Claudio tornasse al timone della squadra giallorossa. Da De Rossi a Juric per lui era infatti cambiato tutto: “Sono passato dal giocare 90 minuti a non entrare in campo nemmeno un minuto. Il non giocare mi cambia l’umore. Ho sofferto molto“, ha confessato il calciatore.
“Spiegazione? No, non l’ho trovata” – rivela l’argentino – “perché un conto è perdere il posto giocando o magari a causa di un infortunio. O se succede per qualche altro motivo. Io invece non ho avuto modo di giocare nemmeno un minuto”.
Paredes non punta il dito direttamente contro Juric ma chiaramente è come se lo facesse: “Io mi faccio sempre delle domande quando non gioco ma qui non ho avuto risposta proprio perché non ho avuto l’opportunità di perdere il posto in campo“.
Juric contro i sudamericani della Roma? La rivelazione di Paredes
A Paredes viene posta quindi una domanda abbastanza pungente: “Ma non è che al tecnico non piacevano i giocatori sudamericani? Oppure era solo una scelta dettata dal tuo stile di gioco?“. L’argentino però non si sbilancia: “Non credo che l’allenatore ce l’avesse coi sudamericani, anche perché Dybala e Soulé giocavano. Sono gusti e li rispetto“.