C’è un tipo di partita che vale doppio senza bisogno di proclami. Roma-Genoa chiude il calendario di Serie A del 2025 e, dopo la vittoria della Juventus, chiede ai giallorossi una risposta secca: vincere per riprendersi il quarto posto prima di girare pagina e affacciarsi al 2026.
Ma stavolta l’Olimpico non sarà soltanto classifica.
Tre punti per restare nel treno Champions
La Roma arriva all’ultima dell’anno con un obiettivo nitido: mettere pressione, non subirla. La Juventus corre e non aspetta nessuno; per questo la gara col Genoa diventa uno snodo di continuità, più che un “dentro o fuori”. Una vittoria vorrebbe dire chiudere l’anno davanti ai bianconeri, con un messaggio chiaro anche al campionato: la zona Champions non è un premio, è una pretesa.
De Rossi, Totti e un Olimpico che non dimentica
Poi c’è il resto, quello che non entra nei numeri. Perché per la prima volta Daniele De Rossi torna all’Olimpico da avversario, in panchina, con un’altra squadra addosso e la Roma davanti. E sarà inevitabilmente strano: per lui, per lo stadio, per un popolo che ha imparato a pronunciare “DDR” come si pronuncia casa.
E il Genoa, in questo stadio, non è mai una partita neutra: Roma-Genoa è stata anche l’ultima danza di Francesco Totti in giallorosso, maggio 2017, l’Olimpico in lacrime e la sensazione che un’epoca stesse finendo davvero.
Stasera non si gioca per nostalgia. Ma la storia, quando passa, lascia sempre un rumore. E la Roma ha il dovere di trasformarlo in spinta.