L’iter per il nuovo stadio della Roma a Pietralata è entrato nella sua fase più “concreta” dopo la consegna del PFTE (Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica) e le parole del sindaco Roberto Gualtieri. Adesso, però, il passaggio decisivo è uno solo: la verifica di ottemperanza, cioè il controllo che dovrà certificare se la documentazione depositata dal club recepisce davvero tutte le prescrizioni richieste.
Il calendario: gennaio di controlli, poi la delibera in Consiglio comunale
Secondo quanto filtra, questa fase occuperà tutto il mese di gennaio. È un passaggio meno “politico” e molto più tecnico, ma è quello che può sbloccare il livello successivo del percorso. Se l’esito sarà positivo, infatti, si andrà verso una delibera in Consiglio comunale: servirà per attestare ufficialmente il rispetto delle prescrizioni e confermare l’interesse pubblico, in quello che viene indicato come l’ultimo vero step politico.
Dopo l’Aula: conferenza dei servizi e passaggi tecnici
Da lì in avanti, il dossier dovrebbe scorrere su binari tecnici: il punto centrale sarà la conferenza dei servizi decisoria, dove gli enti competenti entreranno nel merito della planimetria complessiva e degli aspetti autorizzativi.
Tempi e obiettivo 2028: cosa manca alla “prima pietra”
Il “dopo”, invece, è la parte più lunga: una volta arrivati al progetto esecutivo, questo verrà messo a gara, con la Roma che avrebbe la possibilità di pareggiare eventuali offerte migliori. Solo allora si potrà parlare di prima pietra e tempi di costruzione veri e propri: la stima, a partire dall’avvio dei lavori, è di circa due anni per impianto e opere connesse.
Il 2026 diventa l’anno della “macchina” amministrativa, mentre l’obiettivo sullo sfondo resta quello di arrivare allo stadio nel 2028, quindi l’anno dopo il centenario. Ma, come sempre, la parola che decide tutto è una sola: imprevisti.